Cristiani e musulmani uniti nel nome di Maria

Da una buona decina d’anni, in Libano si assiste alla diffusione di una nuova cultura mariana, che riunisce cristiani e musulmani attorno alla figura di Maria. Questo evento contribuisce ad abbattere le barriere tra le varie comunità. Era il febbraio 2010, quando il Primo ministro libanese Saad Hariri decretò il 25 marzo «Giornata nazionale per il dialogo islamo-cristiano», che è diventato quindi giorno a tutti gli effetti festivo in Libano.

Di recente, Nagy el-Khoury, attuale consigliere del Presidente della Repubblica libanese per il dialogo islamo-cristiano ha ricevuto il mandato di fondare un Centro internazionale per il dialogo entro le religioni. A questo fine lavora attualmente con una decina di associazioni locali; nella fondazione del centro sono coinvolti anche i poli accademici. Per Nagy el-Khoury, la scelta del Libano per certe iniziative non è insolita:

«Si tratta di un Paese unico, un cui troviamo una realtà altamente composita. Nonostante la crisi e i problemi, musulmani e cristiani vivono in armonia». 

Nel Corano, l’annuncio della maternità di Maria 

Il 35 marzo per i cristiani è la festa in cui si commemora l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria del concepimento di Gesù. Nel Corano, viene narrato il medesimo episodio, dove però l’angelo non annuncia la nascita del Messia, ma di un profeta chiamato Issa. L’episodio si trova in due parti distinte del Corano (sure): la 13esima Sura e la 19esima.
Inoltre, la figura di Maria compare almeno 30 volte nel Corano, più della madre e delle spose dello stesso profeta Maometto. Come madre di un profeta, Maria gode nell’Islam di un riconoscimento particolare.

Per questo, numerosi musulmani il 25 marzo si recano al santuario di Nostra Signora di Harissa, sulle colline libanesi, luogo di ritrovo notoriamente per i cristiani. L’Annunciazione è dunque occasione di convergenza delle varie comunità religiose del Paese.

Cath.ch/red

Chiesa cattolica svizzera

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