Rito ambrosiano: cos'è e perché è presente in Ticino

Perché la Diocesi di Lugano è divisa tra Rito romano e Rito Ambrosiano? Qual è esattamente la storia che ancora ci unisce alla diocesi di Milano? Per rispondere a questi ed altri interrogativi che nel periodo di Quaresima emergono maggiormente (diverso, ad esempio, l’inizio del periodo che precede la Pasqua), il prevosto di Biasca e Vicario foraneo don Fabiano Guidicelli ha voluto offrire la possibilità ai suoi fedeli di comprendere meglio perché il territorio delle Tre Valli (e non solo) è ancora legato al rito ambrosiano.
Una possibilità che verrà sviluppata nel corso di due conferenze: la prima, in programma per stasera (giovedì 28 marzo alle ore 20, presso la chiesa di S. Carlo a Biasca), avrà come relatore don Aldo Aliverti, parroco e canonico della Cattedrale di Lugano, che spiegherà la storia del legame tra la nostra Diocesi e quella di Milano, con una conferenza dal titolo «Perché le Tre Valli sono ambrosiane?». Nella seconda, che si terrà martedì 2 aprile, don Norberto Valli, professore di liturgia a Milano e Roma spiegherà cos’è il rito ambrosiano e cosa lo differenzia da quello romano.

«Per molti nostri fedeli – ci spiega don Aldo Aliverti, parroco di Lugano– non è evidente capire l’importanza in Ticino del legame con la diocesi di Milano e il forte attaccamento della popolazione e del clero locale lungo i secoli». Attraverso il materiale che verrà distribuito durante la serata (un articolo riassuntivo dello storico Paolo Ostinelli, una bibliografia essenziale sul tema e delle cartine storiche), il pubblico in sala avrà la possibilità di comprendere i vari passaggi storici: «la sovranità milanese delle Tre Valli trae origine da una donazione di Attone, nobile longobardo e vescovo di Vercelli, il quale nel 948 ca. conferì alla Chiesa milanese possedimenti e diritti sulla regione, in seguito ampliati da altre donazioni e acquisti».
Durante la conferenza, la spiegazione di don Aliverti seguirà la classica suddivisione storica: «epoca romana, Medio Evo, periodo di San Carlo ed infine il definitivo distacco da Milano con la nascita dell’Amministrazione apostolica di Lugano nel 1885 (dal 1971 Diocesi). È stata la fisionomia del territorio e una divisione che si basa sulle principali vie di comunicazione militari e commerciali a determinare la divisione politico-religiosa dell’attuale nostro territorio. I vescovi di Milano e di Como diventano i capi politici e religiosi delle comunità, che erano prima sotto l’influenza dell’impero romano. Nel Medio Evo, con la nascita delle pievi, e più tardi dei comuni, il Capitolo dei canonici di Milano avrà la giurisdizione politica ed ecclesiastica di Biasca e delle Valli di Blenio e Leventina. Importante, inoltre, il ruolo che avranno i Visconti-Sforza che rafforzeranno l’influenza milanese nei territori che però ben presto rimarrà unicamente nell’ambito spirituale. Infatti gli Svizzeri (urani, ma anche degli altri due cantoni primitivi) sconfiggeranno a Giornico i Signori di Milano, creando i famosi baliaggi».
Fondamentale è stato poi «il ruolo di San Carlo nel XVI secolo con le sue minuziose visite pastorali e con la nascita del Seminario di Pollegio, fondato da suo cugino il cardinal Federigo nel 1622. Un ruolo importante l’ha avuto anche il Prevosto di Biasca don Giovanni Basso».
«La generosità economica e la garanzia di autonomia da parte dei Vescovi milanesi nei confronti di Biasca e delle Tre Valli, nel corso dei secoli, ha fatto in modo che specialmente da parte del clero locale ambrosiano vi fosse il forte attaccamento alle autorità ecclesiastiche della metropoli lombarda e una certa ostilità ad entrare nella futura «Diocesi». Nelle trattative del XIX. secolo tra Santa Sede e le autorità cantonali e federali, il clero ambrosiano ha accettato a malincuore e per obbedienza al Papa il distacco dalla diocesi di Milano. Infatti nel 1885 nasce l’amministrazione apostolica del Canton Ticino sotto la guida del Vescovo Eugenio Lachat, accolto con entusiasmo ad Airolo».
«Significativo – conclude don Aliverti – il commovente indirizzo d’addio che i preti delle terre ambrosiane inviarono all’arcivescvo di Milano Mons. Calabiana nel 1884, che dimostra il loro forte attaccamento al capoluogo lombardo. «Simile sentimento, simile coscienza della propria identità non è reperibile nella parte comasca della Diocesi», scrive la storica Antonietta Moretti».
Un attaccamento continuato nel tempo e nei secoli, come dimostrano «le visite dei Vescovi Montini nel 1961 e di Martini nel 1992. Infine, lo scorso 2 settembre 2018 l’attuale arcivescovo di Milano Mons. Delpini ha voluto visitare queste terre e celebrare la Santa Messa a Biasca». Questa sera a Biasca, una bella occasione dunque per sviluppare ulteriormente tematiche di storico interesse che ci permettono di capire il presente dei nostri territori.

Quaresima Biasca 2019

Chiesa cattolica svizzera

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