Oltre la nebbia, la luce: ricordo della Madre Canopi

Piccola, magra, col viso scavato e la voce sottile, uno sguardo luminoso e penetrante. Così appariva Anna Maria Canopi a coloro che potevano avere il privilegio di incontrarla. Ciò che più ti sorprendeva, come del resto anche per madre Teresa di Calcutta, era proprio questa sproporzione tra l’aspetto fisico così minuto e l’autorità morale e spirituale così grande. La Canopi era una donna di Dio, immersa costantemente in Lui. Perfetta conoscitrice della Sacra Scrittura, la sapeva commentare con le sue riflessioni e con i suoi testi in modo toccante, luminoso e comprensibile per tutti. In un tempo di crisi, di incertezze, di dubbi, la badessa di san Giulio, è stata un punto riferimento per moltissime persone. Era proprio una madre, capace di accoglierti, comprenderti, guidarti. Il suo carisma ha affascinato tante donne di un elevato livello culturale che l’hanno seguita in monastero, dove ella le ha condotte all’intimità con l’Onnipotente.

L’ho incontrata tre volte, da seminarista, da vicario e poi da parroco. Quando si arriva all’isola e si entra in monastero, si nota subito come tutto sia misurato, armonico, proporzionato, bello. Ti senti avvolto dal silenzio e percepisci subito che lì la vita ha un altro ritmo. La prima volta che ci sono stato, ho partecipato nel cuore della notte, all’ufficio delle letture: bellissimo! Ricordo ancora la sua voce pacata, che sembrava avvolgere tutti i presenti, aiutandoli a guardare nel proprio cuore per scorgervi la presenza di Dio. L’ultima volta, nel 2012, mi aveva fatto l’onore di ricevermi quando con i miei parrocchiani ero andato a farle visita. Allora, aveva già delegato da tempo l’incarico dell’accoglienza ad alcune delle sue monache, ma per noi aveva fatto un’eccezione. Ci aveva parlato della nebbia e della luce del mattino. A volte attorno all’isola – ci disse- si alza la nebbia ed avvolge tutto. Questo capita anche nel cuore della monaca o di ogni cristiano. C’è un velo che non ci consente di vedere chiaro nella nostra vita. Ma, in quei momenti di nebbia, se si persevera nell’attesa fiduciosa, all’improvviso si apre una luce che tutto illumina, rischiara e riscalda. Poche semplici parole che ci hanno mostrato la grandezza di un’anima abitata dall’amore di Dio.

Usciti dal monastero, una cara amica, attenta lettrice dei suoi testi, mi ha detto: «Ti ringrazio perché mi hai fatto conoscere una santa».
Fra i suoi tanti scritti, cito alcune righe che riassumano bene la personalità di questa piccola grande donna.
«Salga o Padre, ogni giorno a te dall’altare del nostro cuore
il profumo soave del nostro sacrifico
unito all’offerta del tuo Figlio
che è l’Amen, il Sì totale
al tuo amore infinito. Amen»

Ora, per la madre Canopi, non ci sarà più nebbia, ma solo luce. Quel sì a Dio, che ha rinnovato ogni giorno della sua vita terrena, potrà finalmente pronunciarlo, faccia a faccia, al suo amato Sposo.

Don Marco Dania

Chiesa cattolica svizzera

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