Santi di ieri, Santi di oggi. Mercoledì don Xeres a Balerna

Come ogni anno in Quaresima, la parrocchia di Balerna propone un ciclo di conferenze su importanti tematiche legate alla vita della Chiesa. Quest’anno, don Claudio Laim, organizzatore dell’evento, ha pensato una riflessione legata alla santità. Come è cambiata l’idea dei santi nel corso dei secoli? Cosa vuol dire essere santi oggi? Sono solo alcune delle domande alle quali i relatori cercheranno di dare risposta.

Il primo dei due appuntamenti è in programma per mercoledì prossimo, 27 marzo (ore 20.15 presso la Sala della Nunziatura di Balerna), quando don Saverio Xeres, storico della diocesi di Como, condurrà una panoramica sui santi, soffermandosi su come la santità possa essere davvero qualcosa alla portata di tutti e spiegando come nei secoli siano cambiati i modelli e l’idea della santità, nella Chiesa come istituzione ma anche nella comunità cristiana.

Don Saverio, come sono cambiati questi modelli? Come vengono sentiti dai fedeli di oggi?
Innanzitutto è bene sottolineare che negli ultimi decenni c’è stato un superamento della visione della santità eroica. In passato era necessario un certo livello di bravura, di intelligenza, di eroismo; i santi erano solamente papi, vescovi, monaci, martiri; poco alla volta, con San Francesco di Sales ad esempio o Santa Teresina di Lisieux (che diceva che era piccola e incapace, ma santa perché Dio l’aveva scelta), si è tornati all’idea del Nuovo Testamento in cui i Santi sono tutti i cristiani in quanto battezzati, in quanto hanno uno Spirito Santo, appunto. Si sta tornando, e in questo è stato fondamentale il Vaticano II, a questa idea in cui la santità può essere anche nelle piccole cose della quotidianità.

Chi sono dunque i santi di oggi?
I santi di oggi sono quelli che non si trovano sul calendario; tanti di loro non sono ancora stati riconosciuti, ma possiamo già dire che c’è un grande aumento delle donne e dei laici. Mi viene in mente santa Giovanna Beretta Molla, una madre che ha dato la vita per salvare suo figlio; ma anche molti martiri uccisi per la loro fede…

Ma quindi la santità di oggi è per forza legata a una forma di sofferenza?
No, assolutamente. La santità di oggi vuole essere legata all’ordinario e non allo straordinario. Gesù, Maria hanno vissuto una vita normalissima. San Giuseppe non ha fatto opere straordinarie; faceva il falegname e ha cresciuto suo figlio.

La sua conferenza si soffermerà dunque sull’evoluzione della santità, da un fatto straordinario a qualcosa di ordinario rivolto a tutti i cristiani…
Esattamente. È importante capire che la santità è nella ferialità; provo ad essere più chiaro attraverso un esempio. Se noi guardiamo il cielo in una bella e limpida notte vediamo tantissime stelle; quelle grandi si vedono subito, ma per vedere quelle piccole devo soffermarmi un po’. Allo stesso modo, dobbiamo vedere i santi come tante costellazioni, piccole e grandi, che riflettono la luce di Cristo. E questo vale per qualunque persona, non solo i santi riconosciuti, che riflette con la sua vita la luce di Cristo.

Il secondo incontro dal titolo «Con lo sguardo al cielo e i piedi ben piantati a terra» è in programma per mercoledì 3 aprile e avrà come relatore don Emanuele Di Marco. 

A questo link il programma completo del ciclo di conferenze.

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/dalle-stelle-piu-grandi-a-quelle-piu-piccole-siamo-santi-che-brillano-della-luce-di-dio/