Nuova Lettera pastorale di mons. Lazzeri. Dalla Bibbia la via della guarigione

Esce domani, in occasione della prima domenica di Quaresima, la quarta Lettera pastorale del Vescovo Valerio, dal titolo Come in Cielo, così in Terra.

Lo scritto si pone a conclusione di un ciclo, cominciato nel 2014, dedicato ai quattro elementi naturali. Infatti, dopo l’aria (Respirate sempre Cristo), l’acqua (Se conoscessimo il dono di Dio!) e il fuoco (Passare attraverso il fuoco), quest’ultima Lettera è dedicata alla terra, l’elemento «meno spirituale delle componenti della nostra realtà materiale e corporea», ma con il quale è necessario un «contatto reale, quotidiano e buono», per non rischiare di precludersi anche il contatto con il Cielo.

Base di partenza della Lettera è la vicenda biblica della guarigione di Naaman il Siro, narrata nel quinto capitolo del Secondo Libro dei Re (2 Re 5, 1-27), filo conduttore per i cinque punti che il Vescovo sviluppa nel suo discorso.

Toccare terra e ascoltare

Nel primo punto, Toccare terra e ascoltare, siamo invitati dentro le nostre fatiche, debolezze e sofferenze, a rimetterci in ascolto reale della Parola di Dio, per trasformare «tutto ciò che ci fa toccare terra, in occasione di ascolto nuovo e più profondo dell’umiltà con cui Dio continua a rivelarsi». Un chiaro stile di evangelizzazione per una Chiesa che, anche oggi, deve fare i conti con la debolezza dei suoi mezzi e delle sue strutture.

Lasciar cadere la volontà di potenza

Il secondo aspetto, Lasciar cadere la volontà di potenza, ci sprona a non lasciarci condizionare troppo dai nostri progetti, dai nostri sforzi, anche faticosi e lodevoli. Spesso, infatti, rappresentano più una ricerca di noi stessi che non della gloria di Dio. Il Vescovo Valerio non ha paura di dire che «molte volte le nostre sconfitte e le nostre perdite sono una grazia»; in tal modo evitiamo il rischio di autocelebrarci e di ritenere che siamo noi a salvare il mondo e la Chiesa. Non è un invito alla rassegnazione, ma «a lasciar cadere la volontà di potenza» e cominciare a combattere sul vero terreno: «la condizione reale del nostro cuore », così che il Signore possa cambiarci alla radice.

Morire alle aspettative

Nel terzo punto, Morire alle aspettative, il Vescovo ci chiede di riflettere sulla nostra effettiva disponibilità a obbedire alla Parola di Dio. In effetti, diciamo di essere in ascolto di Essa, ma «puntiamo i piedi quando ci è chiesta una reale obbedienza, la rinuncia alla nostra volontà propria»; vogliamo sempre avere assicurazioni anticipate prima di aderire alla volontà di Dio e siamo abili nel mettere tanti preamboli «al passo decisivo che ci farebbe entrare nell’esperienza cristiana». La vicenda di Naaman ci aiuta ad andare al cuore della questione: c’è «un momento in cui occorre accettare di lasciarci salvare incondizionatamente, in un modo comunque diverso da quello con cui aspettavamo di essere salvati». Si tratta dunque di Morire alle aspettative.

Ricevere il dono e vivere la gratuità

Così siamo pronti per Ricevere il dono e vivere la gratuità, quarto punto sviluppato dal Vescovo. Da Naaman dobbiamo imparare a rimanere dentro la relazione con il Signore, «sempre da accogliere e da vivere nella gratuità». È l’esperienza a cui dovrebbe sempre invitarci la liturgia cristiana. Ma vivere la gratuità significa pure portare la «terra santa» dentro le nostre comunità e dentro la società. Non però preoccupati «di marcare presenza, di occupare spazi e di tenere in piedi strutture »; bensì testimoniando «nel tempo la linfa nuova che il Signore ha cominciato a far fluire attraverso di noi sulla terra» e mettendo al centro la persona, «la sua conversione al Vangelo, la pienezza della sua fecondità nel singolare carisma a lui dato dal Signore », a favore di tutti. Un invito alla vigilanza e alla semplicità.

Restare semplici

L’ultimo punto di questa Lettera è Restare semplici. Un invito alla vigilanza rivolto agli sposi, alle religiose, ai religiosi, ai presbiteri e ai vescovi (il Vescovo Valerio rivolge anche a se stesso l’invito). Per non rincorrere come Giezi – il servo di Eliseo – un qualcosa che ci può deviare dal vero obiettivo delle nostre scelte. Ma pure un impegno personale a «mettere davanti alla luce di Dio la pericolosa tendenza all’autogiustificazione», riconoscendo la propria terra e rinunciando incondizionatamente a disperare.

Nella conclusione il Vescovo Valerio ci ricorda che «da discepoli di Gesù, ci dobbiamo convincere che l’unica cosa che non ci potrà mai essere tolta è la possibilità di vivere il Vangelo radicalmente, fino in fondo, in qualsiasi circostanza». E dentro questa cornice al Vescovo stanno a cuore quattro ambiti, attraverso i quali far risuonare il Vangelo: l’annuncio della Parola centrato sulla conversione al Dio vivente, la catechesi concepita come mistagogia, la celebrazione dei sacramenti e in primis dell’Eucaristia non come luogo del rimprovero o del disciplinare, ma come roveto ardente che invita ad accostarsi a Dio, e infine l’impegno diaconale verso gli «scartati della società». Nell’umiltà, punto di confronto, di discernimento e di valutazione per tutte le iniziative della Diocesi. Perché l’umiltà «è il frutto misterioso dell’incontro tra il Cielo e la terra in Gesù Cristo, Signore. È il vestito di Dio».

Monsignor Lazzeri lascia aperto il discorso sull’umiltà, promettendo di parlarne personalmente con i fedeli, toccando concretamente la terra della Diocesi di Lugano, attraverso la visita pastorale, che – è l’annuncio ufficiale a fine Lettera pastorale – inizierà a partire da settembre di quest’anno.

Don Nicola Zanini, Vicario generale della Diocesi di Lugano

Dove trovare la lettera

La nuova Lettera Pastorale di mons. Valerio Lazzeri, Vescovo di Lugano, intitolata «Come in Cielo,
così in Terra», consta di 39 pagine, di 5 capitoli e di alcune piste di riflessione finali: «Toccare terra e ascoltare»; «Lasciar cadere la volontà di potenza»; «Morire alle aspettative»; «Ricevere il dono e vivere la gratuità»; «Restare semplici». La Lettera può essere richiesta al proprio parroco oppure può essere ordinata presso gli uffici della Curia, scrivendo a Curia Vescovile, via Borghetto 6, 6900 Lugano o via email all’indirizzo curialugano@catt.ch. L’invio è gratuito, ma conterrà una polizza per un’offerta libera. Da domani, sul sito della Diocesi, www.diocesilugano.ch, sarà anche disponibile un breve video di commento alla Lettera di fra Roberto Fusco, religioso della Comunità francescana di Betania con sede a Rovio.

Chiesa cattolica svizzera

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