Dies academicus alla Facoltà di Teologia di Lugano

Interessante e ben articolato il Dies Academicus della Facoltà teologica di Lugano, tenutosi quest’oggi, sabato 16 febbraio. L’incontro è stato aperto dalla Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Valerio nella Basilica del Sacro Cuore. Parecchi i Presbiteri concelebranti. Nel saluto iniziale Mons. Lazzeri ha sottolineato che è bello «vedere riunita la grande famiglia della Facoltà attorno all’altare del Signore, dove attinge energia, luce e fiducia per vivere la sua missione».

Nell’omelia, ricollegandosi alle Letture proposte dalla Liturgia, ha richiamato l’impegno di «ravvivare in sé stessi il senso di responsabilità» e ha sottolineato funzione e presenza della Facoltà riconducibili al «ricercare, studiare, discutere, insegnare, tenendo conto del contesto storico in cui è inserita e della gente affamata di verità e talora smarrita», convinti , come nel miracolo evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che «quel poco che abbiamo può diventare nelle mani di Gesù una storia nuova», per servire la Parola di Dio «senza paura, perché siamo ad essa affidati con la forza dello Spirito Santo».
Mons. Lazzeri ha congedato l’assemblea al termine della celebrazione, esprimendo un sentito pensiero di gratitudine e ha richiamato l’impegno, già rivolto a tutte le parrocchie, di pregare per le popolazioni tanto provate di Haiti, dove è in atto un progetto diocesano, e del Venezuela, dove da anni è attivo un missionario ticinese con dei collaboratori.

I presenti si sono quindi trasferiti nell’Auditorium dell’USI, dove il Rettore Dr. René Roux ha coordinato l’intera mattinata, dando dapprima la parola al Vescovo, che ha espresso sentimenti di gratitudine a quanti operano all’interno della Facoltà e ai benefattori, unitamente al desiderio che la stessa possa proseguire «con sempre rinnovato slancio» e all’augurio di rimanere fedele alle sue finalità e alla sua preziosa vocazione.
La parola è quindi passata al Dott. Boas Erez, Rettore dell’Università della Svizzera Italiana, che ha subito sottolineato «la gioia di accogliere la Facoltà per questa giornata significativa» e ha richiamato i legami di amicizia fra i due Istituti, in un rapporto di collaborazione dentro l’orizzonte del crescere insieme al servizio della ricerca e della cultura.

Da parte sua il Sindaco Marco Borradori, portando il saluto del Municipio e della Città, ha ricordato dapprima il Vescovo Eugenio Corecco, riconoscendogli il merito di aver introdotto «gli studi accademici a Lugano con un atto di lungimiranza, che sta dando risultati più che apprezzabili». Ha sottolineato valore e significato delle varie «attività e iniziative aperte anche al pubblico» in una «prospettiva dinamica e di risorsa per l’intera Comunità».

La Dottoressa Raffaella Castagnola Rossini, direttrice della Divisione della Cultura e degli Studi Universitari, ha pure richiamato «il positivo rapporto fra l’USI e la FTL», unitamente ai «passi ancora da fare» e cogliendo «l’apertura al dialogo quale prezioso filo conduttore per disegnare il futuro», nell’impegno di un «sereno e costruttivo dialogare anche con le nuove generazioni».

Nella sua relazione il Rettore René Roux, precisati gli iscritti nel corrente anno accademico (305 ordinari; 149 uditori) ha disegnato l’ampio orizzonte di attività dell’Istituto. Ha indicato i diversi gradi accademici e di studio; ha ripercorso le varie attività e i rapporti di collaborazione con altri Istituti accademici, svizzeri ed esteri; ha ricostruito un interessante e vivace mosaico formato da convegni, settimane intensive, giornate di approfondimento su specifiche tematiche, oltre a corsi e seminari proposti dai rispettivi percorsi accademici.
Ha sottolineato il radicamento dell’Istituto nel territorio ticinese e i costruttivi rapporti con l’USI.

Ha concluso ringraziando per il rinnovo del suo mandato alla direzione della Facoltà.
Un intenso momento musicale con Maria Luisa Montano e Marco Baronchelli ha chiuso la prima parte, introducendo i molti presenti alla Lectio Magistralis di Padre Mauro Jöhri, dal tema tanto attuale, quanto suggestivo: «A 800 anni dall’incontro di San Francesco di Assisi con il Sultano Al-Kamil».

Originario di Brivio (Grigioni), padre Mauro è entrato quale novizio nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini nel 1964, ha compiuto gli studi teologici a Soletta, è stato ordinato sacerdote nel 1972, ha conseguito il dottorato in teologia nel 1980. Dopo un periodo nel Convento della Madonna del Sasso, nel 1995 è stato nominato Superiore Provinciale dei Frati Cappuccini della Svizzera e dal 2006 al 2018 è stato Superiore generale dell’Ordine. Dal 2015 è presidente dell’Unione Superiori Generali.

Nella sua Lectio, ben impostata a livello culturale e didattico, ha dapprima precisato il contesto storico di quell’evento, avvenuto nell’autunno del 2019, nell’ambito della quinta crociata.
Ha ripercorso, con puntuali citazioni, le varie fonti storiche relative a quell’incontro, certamente controcorrente e altrettanto unico in un tempo in cui i musulmani erano definiti «una razza abominevole», paragonati a «lupi feroci che si gettano sugli agnelli», accostati alla «bestia nera dell’Apocalisse».

Si è soffermato sui diversi momenti di quel fatto, passando dall’arrivo di Francesco nel campo musulmano, dove è stato peraltro maltrattato, all’incontro con il Sultano, che lo ha accolto con cortesia e che al termine lo ha fatto accompagnare da una scorta di soldati nel campo cristiano.
Francesco non è certo andato laggiù, ha precisato il relatore, per combattere o garantire assistenza ai soldati cristiani, forse nemmeno per cercarvi il martirio, ma essenzialmente per testimoniare lo spirito di fraternità che deve farci aperti verso tutti. Si è così scritto che Francesco «ha realizzato un incontro impossibile, ha applicato il Vangelo che vuole vedere nell’altro un fratello».

In questa prospettiva padre Mauro ha menzionato le successive regole date da Francesco al suo Ordine, una volta rientrato ad Assisi. Quella del 1221 (24 capitoli) detta «non bollata», perché priva dell’approvazione pontificia e quella successiva, detta «bollata», del 1223 (12 capitoli).

In queste regole l’apertura al mondo musulmano diviene una componente della missione dell’Ordine nell’impegno di andare incontro all’altro nel segno della cortesia e della fraternità, fino a precisare che quell’incontro di Francesco d’Assisi con il Sultano ha costituito una «pietra miliare» nel dialogo interreligioso.

In questa prospettiva Padre Mauro ha ricordato l’incontro di Assisi fra i diversi leader religiosi promosso da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986, e quello di Benedetto XVI del 27 ottobre 2011, fino al recente incontro di papa Francesco con l’Iman Al-Azhar ad Abu Dhabi.
Padre Mauro ha concluso ricordando commoventi esperienze di fraternità da lui vissute con altrettante sue comunità in occasione delle sue visite conseguenti alla sua missione di Superiore generale dell’Ordine. In questi incontri ha potuto costatare come una chiara e sincera fraternità può sviluppare legami di vera e reciproca accoglienza e di serena amicizia, anche in contesti non facili, dove i cristiani sono una forte minoranza.
Al termine, dopo un secondo e apprezzato momento musicale, il Rettore Roux ha ringraziato i relatori e i presenti, estendendo la sua riconoscenza a quanti sostengono la Facoltà e la sua preziosa missione.

Gianni Ballabio

Chiesa cattolica svizzera

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