Mons. Delpini, vescovo di Milano: «noi i problemi le chiamiamo sfide»

L’Arcivescovo di Milano ha approvato con un suo decreto il lavoro sinodale compiuto nello scorso anno durante il sinodo intitolato «Chiesa delle genti», promulgando di conseguenza le costituzioni sinodali.

«Ci rendiamo conto di aspetti inediti che turbano la nostra società e la comunità cristiana, non siamo ingenui né superficiali: preferiamo però l’impegno al lamento, la riflessione pratica e propositiva al ripiegamento sui sensi di colpa e alle accuse e recriminazioni». Nella lettera introduttiva al decreto del Sinodo minore «Chiesa dalle genti, responsabilità e prospettive» promulgato questa sera a Milano, l’arcivescovo Mario Delpini mette in luce, senza giri di parole, «che la Chiesa sta cambiando perché cambia il mondo, perché cambiano i cristiani, perché la missione di sempre si confronta con scenari nuovi, con interlocutori diversi, con insidie per le quali siamo impreparati». In questa fase di cambiamento l’invito è quello di continuare a fidarsi di Dio e ad essere attivi nel cambiamento. «Alcuni corrono con impazienza ed entusiasmo, altri resistono con esitazioni e prudenza, alcuni dichiarano superata la tradizione, altri segnalano gli aspetti problematici delle innovazioni. Tutti, se sono onesti, si sentono insoddisfatti delle loro posizioni, per quanto ne siano convinti. Infatti nessuno presume di avere una formula risolutiva«. «L’avidità e la prepotenza, la grettezza e la presunzione – puntualizza l’arcivescovo di Milano – assicurano solo successi precari e la casa costruita sulla sabbia, per quanto grandiosa e appariscente, prima o poi va in rovina». Da qui la necessità di giungere a soluzioni condivise attraverso il confronto e il discernimento comunitario. «E continueremo a trovarci a nostro agio nella storia».

Sfide, prove, problemi e soluzioni

«Noi i problemi li chiamiamo sfide, le difficoltà le chiamiamo prove, le emergenze le chiamiamo appelli, le situazioni le chiamiamo occasioni. Siamo accompagnati da una fiducia radicale, che viene dall’esperienza e dalla fede, dagli esempi del passato e dalla compiacenza per quello che i nostri giovani riescono a fare, anche perché sono sostenuti dagli adulti».  Di fronte alle sfide del presente, l’arcivescovo di Milano richiama alla necessità di guardare la realtà con occhi nuovi, con un linguaggio nuovo, capace di lasciarsi stupire, così come si stupirono gli apostoli a Pentecoste. «Dimorare nello stupore – scrive mons. Delpini – è una condizione spirituale che rende leggeri, lieti, contenti: suggerisce che l’esperienza cristiana è una grazia sorprendente. Prima dei doveri da adempiere, prima delle verità da imparare, prima dei problemi da affrontare, prima delle procedure da osservare, la convocazione di tutti i popoli sul monte del Signore è una festa celebrare, una sorpresa che commuove e trafigge il cuore. Il Sinodo che abbiamo celebrato è ancora l’evento di Pentecoste». Ed è proprio lo stupore della Pentecoste che permette, secondo l’arcivescovo di Milano, di essere nel mondo con uno spirito nuovo, aperto all’incontro con l’altro. «Mentre le letture politiche, sociologiche, storiche, cronachistiche possono leggere il convergere di molti popoli come un problema da affrontare, come una minaccia da cui difendersi, come un fenomeno da regolamentare – scrive mons. Delpini – i discepoli di Gesù che formano la Chiesa cattolica continuano a dimorare nello stupore, ad essere fuori di sé per la meraviglia, ad ascoltare la parola degli apostoli che danno testimonianza della Pasqua. Tutti possono essere tentati dallo scetticismo che induce a passare dallo stupore al discredito e di opporre resistenza alla rivelazione dello Spirito, per non lasciarsi inquietare dalla novità cristiana, per non dover mettere in discussione i pregiudizi radicati, per non lasciarsi convincere alla conversione».

Dunque, una Chiesa dalle genti, una Chiesa maggiormente consapevole della propria cattolicità grazie al processo sinodale attivato, può ora tradurre questa consapevolezza in scelte pastorali condivise e capillari sul territorio diocesano.

Per ulteriori informazioni: www.chiesadimilano.it

Agenzie/red

Chiesa cattolica svizzera

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