Nasce «Athletica Vaticana», e lo sport diventa testimonianza di vita

È stata ufficialmente presentata ieri, nella sala stampa della Santa Sede, «Athletica Vaticana», la comunità di maratoneti nata spontaneamente più di un anno fa dal desiderio di condividere l’amore per la corsa, e dal 1° gennaio di quest’anno costituitasi associazione sportiva dilettantistica a tutti gli effetti, un inedito assoluto all’interno dello Stato Pontificio. Partita da un gruppo di dipendenti vaticani che si ritrovavano a fare jogging, la squadra in accordo con il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) esordirà il prossimo 20 gennaio a Roma in una corsa intitolata ad un podista desaparecido argentino.
Definita negli statuti dell’associazione, «la mission dell’associazione vuole essere quella di diffondere la pratica sportiva, in particolare l’atletica leggera, portando anche una particolare testimonianza di vita cristiana e il messaggio del Papa all’interno del mondo dello sport».
Fanno parte di «Athletica vaticana» una sessantina di dipendenti dei più svariati uffici: Gendarmeria, Guardie svizzere, Tipografia, Annona, servizi tecnici, Musei vaticani, Patrons of the arts, Biblioteca, archivi. Tutti accomunati dall’idea che lo sport possa essere anche testimonianza e che possa annullare le differenze troppo spesso alla base della società moderna.
Della squadra sono soci ad honorem anche due immigrati del Cara di Castelnuovo di Porto gestito dalla cooperativa Auxilium, Buba Jallow, 21enne del Gambia, e Amsou Cisse, 19enne del Senegal, entrambi sopravvissuti alla Libia.
Oltre all’accordo col Coni, e agli allenamenti ospitati nel campo sportivo della Guardia di Finanza di Castel Porziano, la società vaticana ha siglato un accordo anche con il Comitato Italiano Paralimpico (Cip).
La conferenza stampa è stata la prima uscita pubblica del nuovo direttore ad interim della Sala Stampa vaticana Alessandro Gisotti. «Potete comprendere la mia emozione perché è la mia prima conferenza stampa che mi trovo a coordinare da direttore ad interim», ha detto suscitando gli applausi dei giornalisti presenti, «ci tengo a ringraziare per la mia prima uscita pubblica i tanti colleghi per l’attestato di fiducia e di stima non solo e non tanto nei miei confronti ma della comunità di lavoro della Sala Stampa: è un momento delicato, tutti lo comprendiamo, ma per me è bello ricevere l’attenzione e l’affetto nei miei confronti e dello straordinario gruppo di lavoro con cui mi trovo a lavorare in Sala Stampa».

agenzie/redazione

Chiesa cattolica svizzera

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