Messico-Usa, ovvero le periferie in marcia

Gli agenti di confine americani hanno usato gas lacrimogeni contro un gruppo di 150 migranti provenienti dall’Honduras, che stavano tentando di sfondare la recinzione al confine tra Usa e Messico a Tijuana. La notizia diffusa in questi giorni e che riaccende l’attenzione sulla drammatica realtà che si vive in quella striscia di terra, riferisce di almeno tre raffiche di gas nella parte messicana della frontiera. Secondo un comunicato delle autorità degli Stati Uniti, i migranti avevano tentato di oltrepassare il filo spinato avvolti in giacche pesanti e coperte issando oltre il confine i bambini più piccoli. Gli agenti avrebbero usato i lacrimogeni in risposta al lancio di pietre: 25 i migranti arrestati nell’operazione.

Si prepara una nuova carovana

Ed è di qualche giorno fa la notizia di un nuovo allarme in Honduras, in Messico e negli Stati Uniti, per una campagna che si sta sviluppando attraverso i social network honduregni per la costituzione di una nuova carovana di migranti che potrebbe partire da San Pedro Sula il prossimo 15 gennaio. In una foto, un gruppo di persone, vestite di nero, marciano dietro una rete metallica sovrastata da filo spinato, con lo slogan: «Cerchiamo rifugio, in Honduras ci uccidono».

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Chiesa cattolica svizzera

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