Messaggio del Papa per la 52ma Giornata mondiale della Pace

«Pace a questa casa!»: è questo l’augurio con cui Papa Francesco inizia il nuovo anno e apre il suo Messaggio per la Giornata mondiale della Pace, reso noto in questi giorni in vista della ricorrenza del prossimo 1° gennaio. Sono le parole con cui Gesù invia in missione gli apostoli e la casa di cui parla è «ogni famiglia, comunità, ogni Paese, ogni continente» ed è anche la «nostra casa comune» di cui Dio ci affida la cura.

La sfida della buona politica
Cuore del Messaggio, datato 8 dicembre 2018, è la stretta relazione tra la pace e la politica di cui Francesco tratteggia potenzialità e vizi in prospettiva presente e futura, riconducendo entrambe ad una «sfida» giornaliera, a un «grande progetto» fondato «sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani». La pace, come un «fiore fragile che cerca di sbocciare in mezzo alle pietre della violenza» – scrive il Papa citando l’amato poeta Charles Péguy – si scontra con «abusi» e «ingiustizie», «emarginazione e distruzione» che la politica provoca quando «non è vissuta come servizio alla collettività». La buona politica è invece un «veicolo fondamentale per costruire cittadinanza e opere» e, se «attuata nel rispetto fondamentale della vita, della libertà e della dignità», può diventare una «forma eminente di carità».

Carità e virtù per una politica a servizio di pace e diritti
E se l’azione dell’uomo è sostenuta e ispirata dalla carità, ricorda Francesco citando la Caritas in Veritate di Benedetto XVI – «contribuisce all’edificazione di quella universale città di Dio verso cui avanza la storia della famiglia umana». E’ un programma in cui i politici di tutte le appartenenze possono ritrovarsi purché operino per il bene della famiglia umana praticando virtù che «soggiacciono al buon agire politico»: giustizia, equità, rispetto, sincerità, onestà, fedeltà. Il buon politico é, come delineato dalle beatitudini del Cardinale vietnamita François-Xavier Nguyễn Vãn Thuận che il Papa riprende, chi ha coscienza del proprio ruolo, chi è coerente, credibile, capace di ascoltare, coraggioso e impegnato per l’unità e il cambiamento radicale. Da qui la certezza espressa nel Messaggio che la «buona politica è al servizio della pace».

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