Haiti: la missione ticinese al giro di boa nonostante il clima teso sull'isola

Nei giorni scorsi ad Haiti sono state inaugurate tre scuole nella zona di Plaisance, il villaggio assegnato ai tre volontari della Diocesi di Lugano che da un anno stanno portando avanti un progetto educativo in collaborazione con la Diocesi haitiana di Anse à Veau/Miragoân. Le tre scuole sono nei settori di Centre Ville, Calaville e Lamarque. La benedizione delle strutture è stata presieduta da Mons. David Fontaine vicario generale locale, con la concelebrazione del parroco del posto, Padre Emmanuel. Abbiamo raggiunto Mauro Clerici, della Conferenza Missionaria della Svizzera italiana (CMSI), per chiedergli non solo una valutazione del progetto, ma anche avere di prima mano qualche informazione sulla situazione burrascosa che sta vivendo l’isola.

Da Haiti giungono in questi giorni notizie di scontri violenti, questa situazione pericolosa  da cosa è causata?

Il nuovo presidente eletto un anno fa ha disilluso le attese della gente.  Un primo segnale di malcontento c’è stato nel luglio del 2018, quando il governo ha annunciato un aumento di tasse. Le proteste hanno fatto retrocedere le autorità dal proposito, reiterato però in questi giorni e che ha portato ad una nuova e ancora più violenta reazione popolare.

Ci sono pericoli nella zona dove sono presenti i volontari ticinesi?

Qualcosa c’è stato: strade sbarrate dai dimostranti, gente che ha acceso fuochi, copertoni  ammassati per impedire la circolazione; però non si è registrata alcuna violenza fisica a differenza di quanto è accaduto nelle grandi città. I nostri missionari non hanno corso pericoli e neppure le strutture nelle quali operano.

Cosa rappresenta per la missione della Diocesi di Lugano ad Haiti l’inaugurazione di queste tre scuole ?

Questo evento ha rappresentato la conclusione di una prima tappa del progetto portato avanti dalla nostra equipe di volontari. Nei mesi di gennaio e febbraio del 2018 era stato fatto un monitoraggio di tutte le scuole della zona di Haiti interessate dal progetto. Le scuole sono state divise in tre categorie: strutture che esistevano solo di nome ma non di fatto, scuole che mostravano diversi tipi di problemi e scuole che erano in grado di funzionare. Successivamente è stato scelto di iniziare il progetto in tre diversi settori della zona. Il settore più disastrato, quello del villaggio di Plaisance, è stato assegnato ai nostri volontari. Si tratta di tre scuole parrocchiali che servono un territorio di 40 mila abitanti: quella di Lamarque, di Centre Ville e di Calaville. Queste tre strutture erano state completamente distrutte dall’uragano Matthwe che ha colpito l’isola nel 2016. Uno dei grandi lavori compiuti in questi mesi è stato quello di rimettere in funzione queste strutture per permettere ai 300 allievi che le frequentano di iniziare l’anno scolastico.  L’anno scolastico è iniziato un po’ in ritardo, visto che i lavori non erano terminati. Nei giorni scorsi quindi siamo giunti all’inaugurazione ufficiale.

Ci sono novità particolari da segnalare riguardo al progetto?

L’inaugurazione delle scuole ha coinciso con la riapertura di una mensa scolastica. Nicole è riuscita a procurare una fornitura stabile di latte, miele e riso per questi ragazzi. Fino alla fine del 2018 è stata la Conferenza Missionaria della Svizzera italiana (CMSI) a garantire questo approvvigionamento, mentre da  gennaio 2019  sarà un’altra associazione ticinese ad assicurarla.

I tre volontari ticinesi  stanno rientrando in queste ore in Svizzera, uno di loro è già tornato. Chi tra loro sarà ancora operativo nel 2019 sull’isola caraibica?

Nicole Agustoni e Nicola Di Feo stanno rientrando. Nicole ha fatto un contratto con noi per solo un anno, quindi non tornerà più ad Haiti, mentre Nicola Di Feo dopo aver sistemato alcune questioni amministrative, farà ritorno a gennaio per accogliere la probabile visita di mons. Lazzeri alla missione. Francisco Fabres  è già rientrato in Svizzera, ma tornerà nella missione dopo  le vacanze natalizie.

Come proseguirà la missione?

A Plaisance il lavoro dei missionari è concluso. Ora i nostri volontari dovranno aprire un secondo fronte della missione, sapremo prossimamente in quale nuovo settore della zona dove operano saranno destinati.

I ticinesi come possono interagire con la missione?

In gennaio  partirà dal Ticino un altro container con materiale scolastico e materiale di igiene personale per le carceri. Chi desidera contribuire può portare materiali di questo tipo ai nostri uffici presso il Centro Pastorale San Giuseppe, in via Cantonale 2 a, a Lugano.

Per seguire le vicende dei missionari ticinesi ad Haiti vi ricordiamo il Blog del progetto

 

 

 

 

 

 

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/haiti-la-missione-ticinese-al-giro-di-boa-nonostante-il-clima-teso-sullisola/