Ritrovato l'anello di Ponzio Pilato

È davvero straordinaria la scoperta di due studiosi israeliani che sono riusciti a decifrare il nome di Pilato, il prefetto romano della Giudea, su un semplice anello di bronzo risalente al I secolo dell’era cristiana. L’oggetto, con migliaia di altri reperti, era stato ritrovato negli scavi condotti tra il 1968 e il 1969, dopo la guerra dei Sei giorni, dove sorgeva l’Herodion, la fortezza costruita nei pressi di Betlemme da Erode il Grande e poi utilizzata dai romani.
A scoprire l’anello fu l’archeologo Gideon Forster in vista dell’apertura ai visitatori del sito. La decifrazione del nome è stata ora resa possibile — scrive Nir Hasson sul quotidiano israeliano «Haaretz» del 29 novembre — dopo che l’iscrizione è stata fotografata con una speciale macchina, come si legge in un articolo pubblicato sull’«Israel Exploration Journal». Shua Amurai-Stark e Malcha Hershkovitz hanno infatti individuato sull’anello l’immagine di una coppa circondata dal nome di Pilato in caratteri greci. «Questo nome era raro in Israele a quei tempi. Non conosco nessun altro Pilato di quel periodo e l’anello mostra che era una persona di rango e benestante» ha osservato Daniel R. Schwartz, della Hebrew University di Gerusalemme. L’oggetto, quasi sicuramente un sigillo, è comunque di fattura semplice, e ciò indurrebbe a pensare che il funzionario romano lo portasse tutti i giorni e non solo in occasione di eventi speciali. L’importanza della scoperta è dovuta al fatto che si tratta della seconda attestazione archeologica del nome del rappresentante imperiale, di cui scrivono i vangeli e lo storico Flavio Giuseppe, dopo la scoperta nel 1961 della celebre iscrizione di Cesarea marittima.

L’Osservatore Romano, 29-30 novembre 2018.

Chiesa cattolica svizzera

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