Il presidente ha annunciato modifiche alla sharia. Una storica riforma in Tunisia

Uguaglianza fra uomini e donne in tema di successione ereditaria. È la proposta del presidente della Tunisia, Caid Essebsi, che, nei giorni scorsi, ha annunciato questa riforma che intende andare nel senso di uno stato laico e democratico. Per questo, ha spiegato il capo dello stato, si deve cambiare il «Codice dello statuto personale», l’insieme delle norme che regolano appunto anche i rapporti privati. Queste disposizioni, ha affermato Essebsi, «non hanno alcun legame con la religione o il Corano. Noi siamo uno stato laico», ha detto citando l’articolo 2 della Costituzione tunisina.

La Tunisia, dove il 98 per cento degli abitanti è musulmano, sta dunque ponendo le basi per giungere all’uguaglianza fra i due sessi per quanto riguarda le questioni di eredità. È un passo coraggioso ed è la prima volta che avviene dai tempi dei primi califfati. In generale, nei paesi musulmani, secondo la legge islamica(sharia) in caso di successione, la donna eredita metà di quanto spetta all’uomo . Secondo il presidente Essebsi, questo passo avrebbe dovuto compiersi già nel 1956, ma la Costituzione di allora non lo prevedeva, a differenza di quella attuale. Così, qualche giorno fa, il consiglio ministeriale si è detto d’accordo per legalizzare l’uguaglianza fra i due sessi in materia di successioni ereditarie. Ciò farebbe della Tunisia, qualora la proposta venisse approvata, il primo paese musulmano a distaccarsi dalla sharia sunnita su questo tema.

(Osservatore Romano)

Chiesa cattolica svizzera

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