E’ dallo scorso anno che, oltre alla teologia, il Premio Ratzinger viene anche conferito nel campo delle arti cristianamente ispirate. Così, il premio, che giunge alla sua ottava edizione, è stato conferito quest’oggi a due personalità: l’architetto ticinese Mario Botta e la teologa bavarese, membro dell’Ordo Virginum, Marianne Schlosser.
Mario Botta, nato nel 1943 a Mendrisio, è architetto di fama internazionale, ha realizzato numerosi interventi e progetti e partecipato a molti concorsi. La sua architettura è influenzata da Le Corbusier, Carlo Scarpa e Louis Kahn. Ha lavorato in molte tipologie edilizie: abitazioni, scuole, biblioteche, musei, banche, ma anche in particolare a diversi importanti edifici di culto, fra cui si possono ricordare la Chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, la Cattedrale di Evry, presso Parigi, la Concattedrale del Santo Volto a Torino. È anche autore di una delle cappelle esposte nel «padiglione» della santa Sede nell’Isola di San Giorgio, alla Biennale di architettura in corso a Venezia.
Durante la cerimonia di consegna, in Sala Clementina in Vaticano questa mattina, Papa Francesco è intervenuto ricordando anzitutto l’opera del Papa emerito, Benedetto XVI:
Come estimatori della sua eredità culturale e spirituale, voi avete ricevuto la missione di coltivarla e continuare a farla fruttificare, con quello spirito fortemente ecclesiale che ha contraddistinto Joseph Ratzinger fin dai tempi della sua feconda attività teologica giovanile (…) vi incoraggio a continuare a studiare i suoi scritti, ma anche ad affrontare i nuovi temi su cui la fede viene sollecitata al dialogo, come quelli che sono stati da voi evocati e che considero attualissimi, della cura del creato come casa comune e della difesa della dignità della persona umana.
Quindi una parola speciale per l’archietto Botta:
Mi congratulo perciò con l’Architetto Mario Botta. In tutta la storia della Chiesa gli edifici sacri sono stati richiamo concreto a Dio e alle dimensioni dello spirito ovunque l’annuncio cristiano si è diffuso nel mondo; hanno espresso la fede della comunità credente (…) L’impegno dell’architetto creatore di spazio sacro nella città degli uomini è quindi di valore altissimo, e va riconosciuto e incoraggiato dalla Chiesa, in particolare quando si rischia l’oblio della dimensione spirituale e la disumanizzazione degli spazi urbani.
Dal canto suo, Padre Lombardi, ripercorrendo sinteticamente l’attività della Fondazione Ratzinger nell’ultimo anno, ha tracciato un bilancio facendo notare che «l’eredità culturale e spirituale di Joseph Ratzinger è ancora viva, e non sono poche le istituzioni culturali che guardano ad essa come fonte di ispirazione per un nuovo e impegnativo dialogo con la cultura del nostro tempo».
(red)
Chiesa cattolica svizzera