Giornata dei poveri. Un’occasione per interrogarci

Domani, domenica 18 novembre, si celebra la Giornata dei poveri, indetta da Papa Francesco e giunta alla seconda edizione. In Ticino, spesso nell’ombra, ci sono persone che concretamente accompagnano con umiltà chi è nel bisogno.

Condensare in poche righe un discorso sulla povertà è molto difficile – ci confida Paola Quadri, attiva da molti anni con le Botteghe del Mondo – e Papa Francesco, con il suo messaggio per questa giornata, con la chiarezza e la fermezza che gli sono abituali ci mette in crisi: se nel Vangelo Gesù ha sempre i poveri con sé, nella nostra società dell’apparenza il Papa afferma che ci sono «voci stonate determinate da una fobia per i poveri considerati gente portatrice di insicurezza, instabilità, disorientamento […] da respingere e tenere lontani».

Purtroppo è la realtà di questi ultimi tempi: molti politici vorrebbero respingerli a tutti i costi o diminuire anche quel poco di aiuto che ricevono colpevolizzandoli per essere venuti in Europa a cercare dignità nel lavoro o in fuga da guerre e violenza.

A pochi chilometri da casa nostra sta succedendo questo – continua Paola Quadri: a Como, dove ritornano i profughi respinti alla nostra frontiera, sono stati chiusi tutti i ricoveri per l’inverno imminente e i giovani stranieri, anche minorenni, sono per la strada.

Quando mi reco alla parrocchia di Rebbio, insieme a tante altre persone, smisto vestiti da consegnare a questi giovani. So di fare ben poco ma almeno lì trovano un po’ di calore umano e c’è qualcuno che gli vuole bene e non li rifiuta. Per fortuna in mezzo a tanta emarginazione ci sono gli istituti religiosi che li accolgono, ma non sono sufficienti.

In Ticino, dove la situazione non è così precaria, ma comunque seria, esistono situazioni difficili: donne straniere che escono poco di casa perchè impaurite, persone anziane sole e depresse, giovani senza prospettive perché senza lavoro, mamme sole con seri problemi con i figli. La povertà ha tante facce…

Io come cristiana cercherò di fare tesoro delle parole del Papa quando dice che i «poveri ci evangelizzano» perché ci insegnano «a donare amore che sa nascondersi». Quindi – conclude Paola – ascoltare il grido di milioni di poveri è un’opportunità di grazia, un incontro salvifico per la nostra fede!

 

Gian Franco Plebani – attivo nella San Vincenzo da oltre 25 anni – è sempre più cosciente della sua povertà, cioè del suo limite e quindi bisognoso dell’incontro salvifico con Cristo. Sono 140 i volontari ticinesi, organizzati in 11 gruppi (chiamati conferenze). Il loro carisma è quello di andare nelle casa delle persone bisognose di aiuto, instaurare un rapporto di vicinanza, «cuore a cuore». Vado a visitare chi si trova nel bisogno con umiltà, per ascoltare il grido di sofferenza che spesso si cela dietro ai bisogni più pratici e materiali. Poco tempo fa, ad esempio sono stato a cambiare delle lampadine ad una persona anziana, ma poi ho passato molto tempo ad asciugare le sue lacrime generate da molta solitudine.

Le povertà che più mi preoccupano in Ticino non sono di natura economica – continua Gian Franco. Oltre alla solitudine degli anziani noto nei giovani (e sono molti quelli che assistiamo) situazioni di indebitamento causate da una scarsa educazione al risparmio e da bisogni fasulli dettati dalla nostra società dei consumi.

Ma non siamo noi i salvatori, è Dio che salva – ci dice Gian Franco – e il messaggio del Papa per questa giornata è chiarissimo in questo senso: «Non è di protagonismo che i poveri hanno bisogno, ma di amore che sa nascondersi e dimenticare il bene fatto. I veri protagonisti sono il Signore e i poveri. Chi si pone al servizio è strumento nelle mani di Dio per far riconoscere la sua presenza e la sua salvezza.»

Dobbiamo quindi spogliaci delle nostre superbie. Seguire il Vangelo aiuta ad andare in profondità, ad intuire i veri bisogni e quindi innesca una vera creatività nel cercare strade per risolverli senza cadere nell’assistenzialismo. La vita cristiana – conclude Gian Franco – è un immenso tesoro da scoprire ogni giorno.

Chiesa cattolica svizzera

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