Papa ai giornalisti: non prevalga il pessimismo che accieca

Il Papa ha ricevuto 300 giornalisti tedeschi formati in una scuola creata dalla Chiesa Cattolica dopo il Concilio vaticano II a Roma in questi giorni per celebrare i 50 anni dell’istituzione. «Grazie perché come giornalisti rivolgete lo sguardo alle persone e chiamate ingiustizia quello che è ingiustizia», ha detto loro il Papa. «Grazie perché parlate anche delle cose belle che forse finiscono meno in prima pagina, ma che mettono le persone al centro. Grazie perché con il vostro stile cristiano accompagnate il lavoro della Chiesa. Vi auguro di continuate a fare un giornalismo di persone per le persone».

Introducendo l’udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, i due direttori hanno illustrato al Papa la storia e le prospettive dell’Institut zur Förderung publizistischen Nachwuchses (Ifp). Bernhard Remmers ha sottolineato che oggi il mondo torna a vivere pulsioni di nazionalismo e xenofobia ed ha ricordato che la scuola nacque sulla scia del Vangelo e del suo «aggiornamento» che portò, tra l’altro, alla valorizzazione, anche nelle comunicazioni sociali, del ruolo dei laici. Il domenicano Helmut Rakowski, da parte sua, ha messo in evidenza che in un tempo segnato dalle fake news e dalle molte pressioni commerciali sui mass media, i giornalisti cattolici tedeschi, giunti a Roma per avere dal Papa incoraggiamento e orientamento, intendono «servire la verità, perché la società ha bisogno di verità, e anche la Chiesa, poiché, come dice l’evangelista Giovanni, la verità rende liberi».

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Chiesa cattolica svizzera

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