Mons. De Raemy: «Il Sinodo non è finito, ma comincia oggi»

È finita l’assemblea sinodale a Roma, ma in realtà oggi inizia un nuovo sinodo, quello che dovrà raccontare, testimoniare ed attuare gli auspici contenuti nel documento finale: il Sinodo della vita. Se ne è parlato ieri sera in un incontro avvenuto a Roma, presso la sede della Guardia Svizzera, dove un gruppo di giornalisti svizzeri ha avuto la possibilità di dialogare con mons. Alain De Raemy, il vescovo delegato dalla Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) al Sinodo. Mons. De Raemy ha manifestato la sua soddisfazione per il Sinodo del quale ha sottolineato il clima positivo e scevro da «confronti ideologi». Riguardo alle dinamiche sinodali De Raemy ha testimoniato l’accesso ben riuscito di tutti i partecipanti alla possibilità di esprimersi in aula sinodale. Riguardo al processo sinodale, il vescovo romando ha osservato ancora che i giovani presenti:

«ci hanno ricordato che dovevamo partire da Gesù per ritornare a Gesù, e che qualsiasi discussione fuori da questa prospettiva era inutile.»

Il vescovo romando si è poi intrattenuto su alcuni punti del documento conclusivo del Sinodo. De Raemy ha descritto la gioventù come «luogo teologico». «Vale a dire, come sia possibile capire cosa Dio ci chiede osservando ciò che i giovani stanno vivendo oggi e quelli tra loro che stanno cercando di seguire Cristo». Uno dei temi discussi al Sinodo è stato quello di esortare la Chiesa ad accompagnare i giovani nel loro processo di crescita. Il passaggio del Vangelo in cui Giovanni e Pietro corrono a vedere il Sepolcro vuoto che conteneva le spoglie di Cristo e Giovanni corre più veloce di Pietro perché più giovane, ma poi arrivato all’entrata del sepolcro si prende il tempo per aspettare l’altro discepolo, significa che si devono rispettare i diversi «ritmi» che le differenti generazioni possono avere.  Per questa ragione il documento finale invita i giovani (che appartengono alla cultura del «tutto va più veloce»), a rispettare la «lentezza» degli anziani.

Abusi sessuali

Al sinodo si è pure parlato di abusi sessuali da parte del clero, un punto di cui parla anche con particolare gravità il documento finale equiparandoli agli abusi di potere. In tal senso il Sinodo ha chiesto una riforma «epocale», in modo che la Chiesa non possa più restare impunita per le sue azioni.

La sinodalità e nuovi strumenti per viverla

Il documento finale esorta a sviluppare la sinodalità. Questo, secondo il vescovo romando «per garantire che tutti esercitino una responsabilità nella Chiesa: vescovi, sacerdoti, battezzati». A livello svizzero quindi «sarà importante», secondo De Raemy «che tutto ciò che la CVS dice o fa, abbia la possibilità di essere riletto attraverso gli occhi e le orecchie dei giovani». Il vescovo romando, menziona quindi un punto che gli sta a cuore: il progetto di creare in Vaticano una realtà che sia rappresentativa dei giovani di tutto il mondo. Un nuovo strumento che sarebbe integrato nel Dicastero per laici, famiglia e vita. L’iniziativa potrebbe prendere forma anche a livello di conferenze episcopali. «Questa realtà agirebbe un po ‘come un «filtro del sentire dei giovani», per rendere accessibile a loro ciò che viene detto dal Papa o dalla Chiesa universale.

Punti controversi nel documento finale

Al di là di questi temi ampiamente condivisi, il presule di Friburgo rileva che alcuni punti del documento finale sono stati controversi, come per altro emerge dal dettaglio delle votazioni finali che è stato reso pubblico dal Vaticano. Questo è il caso del paragrafo che invita ad accompagnare le persone omosessuali all’interno della Chiesa. Il testo ci invita a considerarli prima di tutto come cristiani a pieno titolo, senza concentrarsi sulla loro identità sessuale. Un punto pastorale che non modifica la dottrina, ma che con il punto dedicato alla sinodalità e l’altro dedicato al ruolo delle donne nella Chiesa, in sede di votazione ha avuto una certa opposizione. Il vescovo De Raemy ha sostenuto la necessità di una forma di «debriefing» finale, che potrebbe essere utilizzata in futuro per migliorare altre edizioni del Sinodo.

Proposte per la Svizzera

Tornato in Svizzera, Mons. De Raemy intende offrire ai suoi confratelli della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) una sintesi del documento finale e la sua esperienza al Sinodo. Il vescovo romando ha anche fatto la proposta di «risuscitare» il Consiglio dei giovani della CVS, rendendolo più rappresentativo ed efficace. «Diventa importante che tutto ciò che la CVS dice o fa passi attraverso gli occhi e le orecchie dei giovani, e che si possa avere il loro feedback», osserva il presule svizzero. Si tratta anche di incoraggiare una maggiore partecipazione da parte dei giovani di tutte le età alla vita della Chiesa, specialmente a livello parrocchiale.

L’assemblea dei vescovi è solo un passo del processo sinodale

Infine, il vescovo De Raemy ci ricorda che il Sinodo è un processo e che l’assemblea dei vescovi è solo un passo. «Il documento finale non è un testo conclusivo, ma di continuazione», ha concluso De Raemy.

(Cath.ch/rz/catt.ch/red)

 

 

Chiesa cattolica svizzera

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