Nella stanza di Romero dove pregava per il «suo» Papa Paolo VI

Un pezzetto di El Salvador sta lasciando il Paese a piccoli sciami dall’aeroporto internazionale «Monsignor Romero» con scalo a Roma. Sono coloro che alla canonizzazione del beato Romero devono esserci: i vescovi, il cardinale Rosa Chávez, alcuni rappresentanti del governo, i familiari viventi del ramo materno di donna Guadalupe Galdámez e del paterno don Santos Romero; poi tantissimi altri che possono permettersi di fare il viaggio intercontinentale, ma anche chi non potrebbe permetterselo ed ha deciso di dar fondo ai risparmi di una vita per partecipare di persona ad un momento che per El Salvador storico lo è di certo. Cinquemila connazionali, assicura il cardinale Gregorio Rosa Chávez, più altri duemila che arriveranno da tante parti del mondo dove questo popolo di migranti che sono i salvadoregni si è stabilito nel corso dei difficili anni della guerra civile.

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