Santa Sede ribadisce totale messa al bando delle armi nucleari

Il mondo venga liberato dallo spettro di una guerra nucleare. È l’appello lanciato nella Giornata internazionale contro i test nucleari dall’osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, monsignor Bernardito Auza, il quale ha chiesto agli Stati di ratificare il Trattato sul disarmo che, ha detto, rappresenta un impegno non giuridico ma morale per il bene dell’umanità. 

La Santa Sede, ha ricordato Auza nel suo intervento riportato da Vatican News, ha chiesto un bando totale delle armi nucleari fin dagli albori dell’era nucleare. Nel febbraio 1943, due anni e mezzo prima del «Trinity Test» (il primo test per un’arma nucleare), Pio XII aveva già espresso profonda preoccupazione per l’uso violento dell’energia atomica. Dopo Hiroshima e Nagasaki, osservando le conseguenze totalmente incontrollabili e indiscriminate delle armi nucleari, Papa Pacelli chiese l’effettiva proscrizione della guerra atomica. 

L’attuazione del Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari

Quando nel 2003 si è riunita la Conferenza per l’entrata in vigore del trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari, 168 Stati avevano firmato e 104 Stati avevano ratificato il trattato. Oggi, 183 Stati hanno firmato e 166 l’hanno ratificato. «Questi numeri dimostrano che la grande maggioranza degli Stati vuole che il Trattato entri in vigore per porre fine ai test nucleari. L’entrata in vigore del Ctbt sarebbe un passo significativo verso un mondo senza armi nucleari. Eppure questo passo è ostacolato dalla mancanza di universalità. La Santa Sede – afferma mons. Auza – aggiunge quindi la sua voce all’appello agli Stati la cui ratifica è necessaria per l’entrata in vigore del Trattato. Sono passati ventidue anni da quando il Trattato è stato aperto alla firma e alla ratifica».

Trattati sul disarmo: una questione morale

L’entrata in vigore del Ctbt può avvenire solo se esiste una fiducia reciproca, soprattutto tra gli Stati la cui ratifica è necessaria per l’entrata in vigore del trattato.»I trattati sul disarmo non sono solo obblighi giuridici, ma anche impegni morali basati sulla fiducia tra Stati e radicati nella fiducia che i cittadini ripongono nei loro governi. Tutti devono contribuire a costruire e consolidare la fiducia necessaria per un mondo libero da armi nucleari. L’entrata in vigore del Ctbt – conclude mopns. Auza – sarà una pietra angolare della fiducia reciproca di cui abbiamo bisogno».

Agenzie/Vaticannews/red

Chiesa cattolica svizzera

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