Dal Meeting di Rimini una preghiera per le vittime di Genova

«È solo con Gesù che si può vivere una vita autenticamente umana, in quanto veramente sovrumana, pienamente divina». Lo ha detto il vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi, nell’omelia della messa che ha aperto ieri la 39esima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, organizzato da Comunione e Liberazione. Durante la celebrazione sono state ricordate le vittime del crollo del ponte Morandi, a Genova. Dopo la lettura del Vangelo del giorno, in cui Gesù afferma di essere «pane vivo, disceso dal cielo», il presule ha ribadito che «davanti a una folla entusiasta che lo vuole incoronare, Gesù prova compassione per loro e pronuncia un discorso che desta scandalo: come può un uomo affermare – si è domandato il presule – che chi mangia la sua carne vivrà in eterno?». «Eppure, è proprio in questa promessa umanamente impossibile che si svela chi è Gesù: non un Dio al quale sacrificare olocausti, ma un Dio che si fa carne per la nostra salvezza e si fa sangue per la nostra straripante sete di verità e felicità». «Un Dio – ha continuato il vescovo – che ha avuto pietà dei nostri limiti e si è fatto nostro compagno, invitandoci a vivere con lui come figli, teneramente e tenacemente amati». La preghiera conclusiva è stata dedicata, oltre che a tutti gli operatori di pace, ai cristiani perseguitati, ai giovani e alle famiglie.

Intanto le prime case saranno restituite oggi agli sfollati.

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Chiesa cattolica svizzera

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