Festa al Santuario di Morbio, presenza di pace

«Siamo saliti nella casa di Maria nel silenzio di una notte, che ci parla di Lei. E’ un silenzio ricco di messaggi, un silenzio che si esprime col perenne linguaggio d’amore di Maria». Così il Vescovo emerito Pier Giacomo Grampa, celebrando la Prima Messa, ha aperto domenica «la giornata di Morbio» in Santuario, alle ore tre, in piena notte e in fedeltà a una tradizione antica e suggestiva. La celebrazione dell’Eucaristia ha quindi ritmato l’intera mattinata, mentre l’alba lentamente s’apriva sulla luce del giorno e i pellegrini si alternavano in santuario: luogo di pace e preghiera. Poi alla 10.30 l’Eucaristia, presieduta dal Vescovo Valerio, con la partecipazione delle corali di Morbio e Giubiasco. Nell’omelia il Vescovo ha sottolineato che un Santuario è «il luogo dove Maria tutti accoglie, ascoltando sofferenze, prove e dolori. Il luogo dove, come nell’icona di Morbio, presenta Gesù, nostra vita, gioia e salvezza».

La festa di Santa Maria dei Miracoli a Morbio, preparata da una ben partecipata novena, è stata ritmata dal continuo salire verso il Santuario, che sta in alto, come recita il suggestivo canto che Mons. Alfredo Noseda gli aveva dedicato: «In cima al colle sorge». Anticamente sul colle sorgeva un castello, attestato nel 1198 e distrutto nel 1517 dagli Svizzeri che l’avevano ricevuto da Lodovico il Moro, signore di Milano. Anche l’oratorio di quel castello venne abbandonato; rimase però, protetto dai rovi, un affresco quattrocentesco di autore ignoto raffigurante la Vergine che allatta il Bambino Gesù. Un volto sereno come un abbraccio accogliente e materno. Proprio davanti a quest’icona, quel venerdì 29 luglio 1594, pregarono due madri sofferenti giunte fin da Milano con le loro figlie, Caterina e Angela, gravemente malate. E quelle fanciulle furono guarite. La vita del Santuario germoglia da quell’evento che i padri hanno tramandato e i documenti hanno sigillato. Infatti, il 5 agosto 1594, la Curia vescovile di Como, la cui giurisdizione ecclesiastica si estendeva anche alle nostre terre, apriva il processo canonico con il riconoscimento dei fatti accaduti. I documenti originali del processo sono conservati nell’archivio diocesano di Como.

Nel luglio 1595, un anno dopo l’evento prodigioso, veniva benedetta la prima pietra della chiesa dedicata a Santa Maria dei Miracoli. Terminata nel 1610, era consacrata nel 1613 dal Vescovo di Como, Filippo Archinti.

Il «giorno della grande festa», che si è avvalso dell’impegno di generosi collaboratori, coordinati dal rettore Don Simone Bernasconi, è proseguito con la Santa Messa nel tardo pomeriggio celebrata da Mons. Nicola Zanini, con la partecipazione del parrocchiale Gruppo canti, ed è culminato nella preghiera serale seguita dalla tradizionale processione, con la partecipazione delle Confraternita e Filarmonica. Semplicità e bellezza, orizzonte di luce, che è diventato messaggio nei «quadri viventi», collocati nelle contrade del vecchio nucleo. Rappresentazioni suggestive, quasi istantanee di Vangelo. Ha fatto seguito l’ultima Messa celebrata dall’arciprete Don Guido Pagnamenta, quando già era ritornata la notte. Nel silenzio e nel vento l’ultimo carillon era ancora invito e preghiera. Su in alto, avvolto nella luce, il Santuario rimaneva quale presenza di pace, accogliente e serena.

(Gianni Ballabio)

Chiesa cattolica svizzera

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