Chiara Corbella Petrillo, il postulatore: la sua è santità ecclesiale

Fabio Colagrande – Città del Vaticano

«E’ una gioia grande, perché è un passo ufficiale da parte della Chiesa di riconoscimento di ciò che già a livello popolare e mediatico è evidente. La vita di questa donna e la fede che ha avuto sono un qualcosa che colpisce, aiuta, ed è fonte di ispirazione per moltissimi, sta facendo già molto del bene. Ed è sempre una gioia quando accade». Così, padre Romano Gambalunga, carmelitano scalzo, postulatore dell’ordine, commenta il primo passo verso la beatificazione della serva di Dio Chiara Corbella Petrillo, avvenuto nei giorni scorsi con la pubblicazione dell’editto da parte della diocesi di Roma. (Ascolta l’intervista con padre Romano Gambalunga)
Una santità attuale

P. Gambalunga segue come postulatore questa causa di beatificazione per la fede mariana della Corbella che l’avvicina al carisma carmelitano. «La storia di questa giovane donna romana, una laica moglie e madre di famiglia, morta a soli 28 anni dopo aver rifiutato le cure per un tumore per portare avanti la gravidanza – spiega – esprime un modello di santità molto attuale». «E’ stata una giovane che ha vissuto una vita in gran parte normale, con le tappe della crescita, la vivacità, gli interessi e i talenti di tante sue coetanee, non a caso era anche musicista. Poi la fatica di capire qual era la volontà di Dio per la sua vocazione e poi la scelta del fidanzamento e poi un bel matrimonio vissuto nella fede, condividendo assieme al marito Enrico – e questo è molto importante – il cammino di fede con altre coppie».
Una santità ecclesiale

«Poi per Chiara ed Enrico – prosegue il postulatore – arriva l’apertura alla vita, a cui fanno seguito degli eventi drammatici, con la perdita dei primi due figli e la malattia, che permettono però – come accade quando c’è una santità di vita – di approfondire l’esperienza di Dio, del suo amore e della sua sapienza e diventano motivi di lode. E non solo per Chiara e il marito, ma poi per tutte le persone che li accompagnavano. La cosa molto bella della vicenda di Chiara Corbella Petrillo è che la sua santità è veramente un’esperienza di Chiesa e di questo abbiamo molto bisogno oggi».
Una santa della porta accanto

«Chiara è una dei santi della porta accanto di cui parla Francesco nell’esortazione apostolica Gaudete et Exsultate», spiega p. Gambalunga. «Non ha nulla di straordinario nelle espressioni esteriori. Ha vissuto una vicenda fatta di momenti e gesti quotidiani, però illuminata dalla presenza di Dio, cercata e amata, e da un cammino condiviso con altri fratelli, con gli amici: ed è questo che rende bella, eloquente e affascinante la sua vita. Sono fatti che tutti possiamo vivere, alcuni belli e altri drammatici, ma con una luce dentro. Con un sapore, un gusto che viene dal fatto che in lei Dio sta compiendo un’opera sua».

Chiesa cattolica svizzera

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