Nicaragua: l'appello del cardinale Brenes per la pace

«Esercitate pressione sul governo affinché abbia rispetto per i vescovi, per i sacerdoti e per la popolazione». Questo l’appello lanciato ieri, attraverso la fondazione Aiuto alla chiesa che soffre, dal cardinale Leopoldo José Brenes, arcivescovo di Managua, in Nicaragua. Il porporato ha parlato soprattutto della difficile situazione a Masaya, località a trenta chilometri a sud della capitale, divenuta il simbolo della resistenza al governo del presidente Daniel Ortega. La città — ha sottolineato Brenes — «è assediata per mano di oltre mille tra militari e agenti di polizia. La città è stata inondata da una pioggia di proiettili». E oggi, giorno successivo all’attacco dei paramilitari è forse il moento più triste della storia di Masaya, città per natura gioiosa, una delle più belle del Nicaragua, culla del folclore e dell’artigianato locale dentro un paesaggio da favola, tra il lago e il vulcano; forse la più caratteristica meta turistica del Paese in tempi di pace. Ma anche una città fiera, epicentro 39 anni fa della rivolta contro il dittatore Anastasio Somoza. E avamposto della resistenza non violenta al regime di Daniel Ortega negli ultimi tre mesi, soprattutto nel quartiere di Monimbó. Un giorno triste, e la violenza non si ferma. Le strade sono vuote, regnano un silenzio surreale e il terrore imposto dalle forze speciali, che hanno smontato le barricate alzate in queste settimane dalla popolazione a Monimbó. Ma continuano la caccia all’uomo, di casa in casa, l’obiettivo è stanare i leader della resistenza.
Mentre gli scontri tra forze di sicurezza e opposizione si protraggono ormai da mesi, nel paese latinoamericano la Chiesa è sotto attacco. Il 9 luglio scorso Brenes è stato aggredito da paramilitari nella basilica di San Sebastián, a Diriamba, assieme al suo ausiliare, José Silvio Báez, e al nunzio apostolico Waldemar Stanisław Sommertag. Il 16 luglio il vescovo di Estelí, Abelardo Mata, è scampato a un agguato armato attribuito a forze paramilitari, le cosiddette turbas.

(agenzie/catt)

Chiesa cattolica svizzera

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