L'esempio della beata Maria Gargani, figlia spirituale di padre Pio

«Ricevere Gesù in me è l’unica esperienza per cui vale la pena vivere, l’esperienza del paradiso in terra!». Annotava, così, nei suoi diari, la giovane Maria Gargani (dovrà aspettare molto prima di diventare Maria Crocifissa del Divino Amore) innamorata di Gesù fin dall’infanzia. La sua Prima Comunione, infatti, ha una storia singolare: poiché la famiglia – pur di comprovata fede religiosa – non si decideva, un giorno lei, approfittando della presenza in paese di un gruppo di missionari, si confessa e, mescolandosi alle ragazze candidate a ricevere Gesù Eucaristia, la fa da sola. Tornata a casa lo rivela ai genitori che non possono che commuoversi e affidarla silenziosamente alle benedizioni del Signore che tanto amava.

Una vita con due missioni: l’insegnamento e l’apostolato 

Ultima di otto figli, di cui le più grandi quasi tutte maestre diplomate, e con un padre che in paese chiamavano «o’ professore», a Maria viene naturale frequentare le magistrali e, nel 1913, dopo aver superato il concorso, iniziare a insegnare. In lei, però, c’è qualcosa di più, qualcosa di speciale. Inizia a insegnare catechismo e a occuparsi dell’istruzione dei poveri; in un periodo in cui ancora in Italia il prezioso manuale pedagogico di Maria Montessori non è stato diffuso, lei, una sconosciuta qualunque, utilizza ogni mezzo tecnologico a disposizione per ravvivare le sue docenze ed è subito successo: qualunque siano i contenuti che veicola, infatti, le sue lezioni sono affollatissime. La sua strada appare segnata, eppure Maria è inquieta e quando prega chiede ripetutamente a Gesù di non farle scegliere la propria vita, ma di fare a ogni costo la Sua volontà. Si consacra a Lui, fa voto di castità nell’intimo della sua stanza, rinuncia a ogni vanità femminile e intensifica la partecipazione ai sacramenti. «Sia da laica, come terziaria francescana e come apostola dell’Azione cattolica – ricorda il cardinale Angelo Amato – sia da religiosa, come Superiora generale della Congregazione da lei fondata, fu instancabile e coraggiosa nel testimoniare  la fede in tutti gli ambienti, soprattutto in quelli della scuola pubblica e delle zone rurali. Sapeva unire la vita contemplativa, fatta di preghiera e di sacrificio, con quella attiva, interamente protesa a edificare e conquistare le anime con l’esempio, la parola e la preghiera».

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