Il Papa: fondamentale capire i bisogni inespressi del malato

«Attraverso l’attività che svolgete, voi potete anche sperimentare che, solo se ama e si dona agli altri, la persona realizza pienamente sé stessa«. Lo ha detto Papa Francesco ai membri dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm), che ha ricevuto oggi in udienza nell’Aula Paolo VI. Ricordando che «Gesù ci ha insegnato a camminare nella carità», il Papa ha sottolineato che «la carità rappresenta la forma più eloquente di testimonianza evangelica perché, rispondendo alle necessità concrete, rivela agli uomini l’amore di Dio«. Un insegnamento seguito da «tanti uomini e donne cristiani, nel corso dei secoli», che «hanno scritto pagine stupende di amore al prossimo». Il riferimento è ai «santi sacerdoti» Giuseppe Cottolengo, Luigi Guanella e Luigi Orione. «La loro carità ha lasciato una forte impronta nella società italiana». Poi, Francesco ha osservato che «anche ai nostri giorni, tante persone, impegnandosi per il prossimo, sono arrivate a riscoprire la fede, perché nel malato hanno incontrato Cristo, il Figlio di Dio«. «Egli chiede di essere servito nei fratelli più deboli – ha aggiunto – parla al cuore di chi si pone al loro servizio e fa sperimentare la gioia dell’amore disinteressato, amore che è fonte della vera felicità». Infine, il Papa ha evidenziato che è importante l’aiuto che si offre, ma «ancora di più lo è il cuore con cui lo si offre«.

Molto peggio del «dolore fisico» provocato dalla malattia è la «sofferenza morale dell’abbandono e dell’isolamento», ha sottolineato anche il Papa, incoraggiando  tutti – soci, operatori e volontari – ad accompagnare «la riabilitazione fisica» con una «riabilitazione spirituale, fatta anzitutto di gesti di prossimità». Sempre nella consapevolezza che il valore della vita è «da promuovere, custodire e tutelare dal concepimento fino al tramonto naturale».

L’udienza si è svolta in Aula Paolo VI, dove le prime sei file erano occupate dai malati sulle loro sedie a rotelle. Il Papa ha percorso una ad una tutte le file: stringendo le mani, si è chinato per dare un bacio in fronte, mentre a qualcuno ha tirato un buffetto sulla guancia in segno d’incoraggiamento e ad un bambino ha appoggiato in testa la sua papalina sostituendo la sua con una nuova appena ricevuta in regalo.

Agenzie/Red

Chiesa cattolica svizzera

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