Assisi, ad Angela Merkel la «Lampada» di San Francesco: la pace è fragile, impegniamoci tutti

Accolta dal custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, e dal presidente colombiano Juan Manuel Santos, la cancelliera tedesca Angela Merkel è giunta ieri ad Assisi dove ha ricevuto la «Lampada per la Pace», riconoscimento consegnato dai frati per «la sua opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli».

 

Nel suo discorso, Merkel ha affrontato diversi temi di attualità internazionale. A cominciare dal dramma della Siria, dove – ha detto – «si verifica una delle maggiori tragedie umanitarie dei nostri tempi. La metà degli abitanti è in fuga all’interno e all’esterno del Paese. Queste persone hanno bisogno di una luce di speranza che ancora non si vede». Quello nel Paese mediorientale è, secondo la leader tedesca, «un conflitto di interessi regionali»: «Si pensa troppo poco alla gente che ne vive le conseguenze», ha affermato. E proprio la crisi in Siria e nei Paesi vicini ci ricordano che «la pace non è scontata».

 

Riguardo all’Italia, la cancelliera non è entrata nel merito della «delicata fase politica» che il paese attraversa ma ha assicurato: «Noi in Germania vogliamo risolvere con voi i grandi problemi, le sfide della nostra epoca». Tra queste sfide ha indicato quella dell’accoglienza dei rifugiati africani: «Non dobbiamo pensare solo al nostro benessere ma bisogna affrontare le cause della fuga, dell’esodo. Non abbiamo mai avuti così tanti rifugiati», ha sottolineato Merkel. E ha aggiunto: «Se vogliamo vivere in pace con i nostri vicini dobbiamo occuparci anche dei problemi degli altri, cercare di risolverli».

 

L’integrazione europea è «un progetto di pace senza pari», ha proseguito. Impegnarsi per la pace vuol dire «accettare la diversità» e avere rispetto, perché «la pace è fragile e bisogna evitare i conflitti e impegnarci sempre».

 

Parole in sintonia con l’appello lanciato da padre Gambetti a «chiamare a raccolta le forze civili dell’Europa» e «convocare persone e governi capaci di rinunciare a interessi particolaristici, privilegi e miopi esercizi di sovranità» per «un orizzonte di unità che sappia valorizzare le differenze e perseguire un destino di pace e di sviluppo».

 

Alla cerimonia, oltre a Santos, erano presenti anche l’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, il legato pontificio per le Basiliche, il cardinale Agostino Vallini, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, assieme al vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino.

VaticanInsider

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