Romero, il cardinale Rosa Chavez: «Diventi santo in San Salvador vicino ai suoi poveri»

Il luogo e la data della canonizzazione dell’arcivescovo martire di San Salvador Oscar Arnulfo Romero verrà deciso nel prossimo Concistoro del 19 maggio in Vaticano. Tuttavia «i poveri vogliono essere lì in Salvador con il proprio santo», e per questo i vescovi hanno inviato una lettera di richiesta al Papa. Lo spiega ai microfoni di Vatican News il cardinale salvadoregno José Gregorio Rosa Chavez, ex segretario del vescovo ucciso in odio alla fede il 24 marzo 1980 mentre celebrava la messa. 

 

«Se non sarà possibile speriamo che il Papa a Panama per la Gmg, possa almeno recarsi a San Salvador per una breve visita sulla tomba» dice il porporato, che domenica ha accompagnato il Papa nella sua visita alla parrocchia del Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi di cui è titolare. Il porporato esprime pure la commozione per la possibilità di partecipare al prossimo Concistoro: «Sono molto commosso perché il Papa, domenica 6 maggio, mi ha invitato a partecipare: sarà un momento magico per me, essere là quando si parlerà di monsignor Romero come futuro santo. Sono molto emozionato e molto riconoscente a Dio perché mi permette di partecipare in nome del mio Paese a questo momento così speciale».  

 

«Sì, la data ufficiale la conosceremo il 19 maggio; si parla di qualche data, ma la verità la sapremo in quel giorno», dice Rosa Chavez. «Il luogo forse è la cosa più interessante: «Dove? Dove? Dove?». Noi vescovi del Salvador abbiamo scritto al Papa una lettera chiedendogli di fare questa celebrazione in Salvador, e la ragione era questa: così i poveri saranno lì con il loro Santo. Ma se questo non sarà possibile, abbiamo aggiunto, «magari Lei può passare a visitare la cappella nella quale si trova il corpo di monsignor Romero quando Lei sarà a Panama». L’idea è interessante e in Vaticano se ne parla. È interessante pensare che il Papa possa fare uno stop in Salvador per visitare brevemente la tomba di monsignor Romero. Speriamo… il Papa deciderà: lui sa cosa deve fare». 

 

Sulla figura dell’arcivescovo il suo ex segretario afferma: «È un’icona di pastore che il Papa propone alla Chiesa; quando si sente il Papa, quando si legge il suo insegnamento io penso: «Ecco Romero!». È la figura concreta nella quale si realizza questa visione, quest’utopia del Papa: il pastore che la Chiesa deve mostrare oggi. È questo, Romero, ed ecco perché il Papa ama tanto Romero: è incredibile come il Papa vede in lui anche la sua Chiesa». 

 

La Chiesa del presule martire era infatti «la Chiesa dei poveri» oggi proclamata da Francesco. «Sono tanto, tanto commosso quando penso a questa cosa: per me è così», commenta il porporato, «il Papa ha detto: «Romero traccia il cammino della Chiesa nel XXI secolo». E quando si pensa a questa affermazione, si traggono delle conclusioni: il Concistoro di maggio sarà una cosa bellissima per la Chiesa e per il mio Paese, certamente, per l’America Latina e per tutti i Paesi poveri che guardano la Chiesa come la luce che illumina una storia così terribile, così brutta; e soprattutto per tanti Paesi del Terzo Mondo».

VaticanInsider 

Chiesa cattolica svizzera

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