«La vita va tutelata dal concepimento al naturale tramonto»

Appello di Francesco per la pace nella Repubblica Centrafricana e per «tutelare la vita dal concepimento al naturale tramonto». Durante il Regina Coeli in piazza San Pietro, il Pontefice ha invitato i 40mila fedeli presenti «a pregare per la popolazione della Repubblica Centrafricana, paese che ho avuto la gioia di visitare e che porto nel cuore, dove nei giorni scorsi sono avvenute gravi violenze con numerosi morti e feriti, tra cui un sacerdote». «Il Signore, per intercessione della Vergine Maria, aiuti tutti a dire no alla violenza e alla vendetta, per costruire insieme la pace», ha detto Papa Francesco.

 

Che, nella sua catechesi, si è soffermato sul tema dell’amore. Quello che «si realizza nella vita di ogni giorno, negli atteggiamenti, nelle azioni», altrimenti rimane «soltanto qualcosa di illusorio». È «importante prendere coscienza che l’amore di Cristo non è un sentimento superficiale, ma un atteggiamento fondamentale del cuore, che si manifesta nel vivere come Lui vuole», ha sottolineato il Papa.

 

Gesù, ha spiegato, «ci chiede di osservare i suoi comandamenti», che si riassumono in questo: «Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Ma come fare perché questo amore che il Signore risorto ci dona possa essere condiviso dagli altri? «Più volte – ha precisato Bergoglio – Gesù ha indicato chi è l’altro da amare, non a parole ma con i fatti. È colui che incontro sulla mia strada e che, con il suo volto e la sua storia, mi interpella; è colui che, con la sua stessa presenza, mi spinge a uscire dai miei interessi e dalle mie sicurezze; è colui che attende la mia disponibilità ad ascoltare e a fare un pezzo di strada insieme».

 

«Disponibilità – ha raccomandato il Pontefice – verso ogni fratello e sorella, chiunque sia e in qualunque situazione si trovi, incominciando da chi mi è vicino in famiglia, nella comunità, al lavoro, a scuola». In questo modo, «se io rimango unito a Gesù, il suo amore può raggiungere l’altro e attirarlo a sé, alla sua amicizia». E «questo amore per gli altri non può essere riservato a momenti eccezionali, ma deve diventare la costante della nostra esistenza».

 

«Ecco perché – ha affermato Papa Francesco – siamo chiamati a custodire gli anziani come un tesoro prezioso e con amore, anche se creano problemi economici e disagi, ecco perché ai malati, anche se nell’ultimo stadio, dobbiamo dare tutta l’assistenza possibile, ecco perché i nascituri vanno sempre accolti; ecco perché, in definitiva, la vita va sempre tutelata e amata dal concepimento al suo naturale tramonto».

 

«Noi – ha proseguito il Vescovo di Roma – siamo amati da Dio in Gesù Cristo, che ci chiede di amarci come Lui ci ama. Ma questo non possiamo farlo se non abbiamo in noi il suo stesso Cuore. L’Eucaristia, alla quale siamo chiamati a partecipare ogni domenica, ha lo scopo di formare in noi il Cuore di Cristo, così che tutta la nostra vita sia guidata dai suoi atteggiamenti generosi».

 

«Abitare nella corrente dell’amore di Dio, prendervi stabile dimora – ha aggiunto -è la condizione per far sì che il nostro amore non perda per strada il suo ardore e la sua audacia». Quindi «anche noi, come Gesù e in Lui, dobbiamo accogliere con gratitudine l’amore che viene dal Padre e rimanere in questo amore, cercando di non separarcene con l’egoismo e con il peccato: è un programma impegnativo ma non impossibile».

 

In conclusione il Papa ha invocato la Vergine Maria perché «ci aiuti a rimanere nell’amore di Gesù e a crescere nell’amore verso tutti, specialmente i più deboli, per corrispondere pienamente alla nostra vocazione cristiana».

 

Al momento dei saluti dopo il Regina Coeli, Francesco ha ricordato la beatificazione celebrata ieri, ad Aquisgrana (Germania), di Chiara Fey, fondatrice delle Suore del Povero Bambino Gesù, vissuta nella seconda metà del XIX secolo: «Rendiamo grazie a Dio per questa zelante testimone del Vangelo, premurosa educatrice della gioventù disagiata», ha detto.

 

E ha poi indirizzato uno speciale saluto alle nuove Guardie Svizzere, ai loro familiari e amici, nel giorno della festa di questo «storico e benemerito Corpo». Un saluto anche ai rappresentanti dell’Associazione Meter, presenti in piazza San Pietro con il fondatore e presidente don Fortunato Di Noto per la XXII Giornata dedicata ai bambini vittime di abusi e sfruttamento, «che incoraggio a continuare nell’impegno in favore dei bambini vittime della violenza».

 

«Ho sentito alcuni canti dei neocatecumenali: eccoli! Grazie, grazie per il vostro lavoro di evangelizzazione. Siete dappertutto, grazie!», ha poi aggiunto a braccio Bergoglio, rivolgendosi ai gruppi delle Comunità neocatecumenali presenti nella piazza dopo il grande incontro di ieri mattina a Tor Vergata per i 50 anni dell’inizio del Cammino a Roma. Uno speciale pensiero il Papa lo ha infine rivolto ai detenuti della Casa circondariale di Latina «che sono in questo momento uniti a noi spiritualmente».

Giacomo Galeazzi – VaticanInsider

Chiesa cattolica svizzera

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