I pericoli del mondo virtuale secondo Francesco

C’è una curiosità «buona» e una curiosità «cattiva». La prima è, ad esempio, quella dei bambini nella cosiddetta «età del perché», durante la quale domandano per capire, crescere e «avere più autonomia». La curiosità cattiva è invece quella che «non ha disciplina», quella stuzzicata da internet dove si possono ritrovare «tante cose brutte». O anche la curiosità che proviene dal «chiacchiericcio» – prerogativa delle donne tanto quanto degli uomini – con cui si cerca di «annusare la vita» altrui e si finisce per «sporcare» le persone. Francesco intreccia metafore, moniti e citazioni bibliche nella messa a Santa Marta di oggi, in cui mette in guardia dai pericoli del mondo e del mondo virtuale, del quale – dice – le più facili prede sono specialmente i bambini.

 

«La nostra vita è piena di curiosità» e quelle cattive «ci accompagnano tutta la vita: è una tentazione che avremo sempre», ammonisce il Pontefice durante la sua omelia riportata da Vatican News . Non bisogna però spaventarsi, bensì «fare attenzione» e avere discernimento: «questo non domando, questo non guardo, questo non voglio». Soprattutto bisogna avere un occhio di riguardo verso i minori e il loro approccio a computer, telefonini e vari aggeggi tecnologici che li collegano alla sconfinata galassia del web. «I bambini vanno lì e sono curiosi di vedere; e tante cose brutte trovano lì. Non c’è una disciplina in quella curiosità. Dobbiamo aiutare i ragazzi a vivere in questo mondo, perché la voglia di sapere non sia voglia di essere curiosi, e finiscano prigionieri di questa curiosità», avverte Bergoglio.

 

Si finisce altrettanto prigionieri quando si cade nel vortice delle chiacchiere, un male da sempre denunciato da Francesco come dannoso per le comunità cristiane. «Il chiacchiericcio è patrimonio di donne e uomini», premette il Papa, scherzando: «anche se qualcuno sostiene che gli uomini siano più chiacchieroni delle donne». In ogni caso, in versione sia maschile che femminile, la chiacchiera è qualcosa di pericoloso perché attraverso di essa si vuole «annusare la vita altrui», si cerca «di andare ai posti che alla fine sporcano le altre persone», di «far capire cose che non si ha il diritto di sapere».

 

Non è sicuramente un atteggiamento cristiano, sottolinea il Papa. La curiosità «buona» invece lo è. Come quella degli Apostoli nel Vangelo che vogliono sapere da Gesù cosa succederà e Gesù risponde e «mai inganna», promettendo lo Spirito Santo che «v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

 

Una curiosità, dunque, che porta alla certezza. Quella solo lo Spirito Santo può regalarla. Ma attenzione: «N on viene lo Spirito Santo con un pacco di certezze, e prendi. No. La misura che noi andiamo nella vita e domandiamo allo Spirito Santo, apriamo il cuore, e lui ci dà la certezza per quel momento, la risposta per quel momento. Lo Spirito Santo è il compagno, compagno di via del cristiano», spiega Francesco.

 

Lo Spirito Santo, infatti, «ricorda le parole del Signore illuminandole» e «conduce dove c’è la felicità fissa, quella che non si muove». L’invito di oggi del Papa è quindi ad andare dove c’è la vera gioia con lo Spirito Santo, che aiuta a non sbagliare: «Chiediamo al Signore due cose: prima, di purificarci nell’accettare le curiosità e saper discernere: no questo non devo vederlo, questo non devo vederlo, questo non devo domandarlo…. E seconda grazia: aprire il cuore allo Spirito Santo, perché lui è la certezza, ci dà la certezza, come compagno di cammino, delle cose che Gesù ci ha insegnato, e ci ricorda tutto».

 

 

 

Salvatore Cernuzio – VaticanInsider

Chiesa cattolica svizzera

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