Il padre di Alfie, Tom Evans: «Il Papa venga qui»

«Chiedo al Papa di venire qui per rendersi conto di cosa sta accadendo. Venga a vedere come mio figlio è ostaggio di questo ospedale. È ingiusto quello che stiamo subendo. Grazie Italia. Vi amiamo». Così il papà di Alfie, Tom Evans, ai microfoni di Tv2000 dopo l’ultimo «no» di ieri della Corte d’appello di Londra ad un trasferimento del bambino in Italia . «Alfie è una parte della famiglia italiana, è una parte dell’Italia. Noi apparteniamo all’Italia» ha detto il giovane genitore, ribadendo la gratitudine al nostro paese «per la solidarietà e il supporto ricevuti in questi giorni».  

«Noi non ci arrendiamo, andiamo avanti. Abbiamo conosciuto persone straordinarie. Il Papa è vicino a noi. Stiamo facendo tutto il possibile per nostro figlio, nel nome di Dio».

«Noi continueremo a lottare, ricevendo sempre più forza dal popolo italiano. Dal governo, dai ministri che si sono impegnati per noi. Non vi ringrazieremo mai abbastanza». 

Tom e la compagna Kate incontrano oggi i medici responsabili dell’Alder Hey Hospital di Liverpool per discutere del ritorno del piccolo a casa. Lo hanno annunciato loro stessi ai giornalisti fuori dal nosocomio, aggiungendo che il bambino continua a respirare nonostante sia arrivato al terzo giorno di distacco dalla ventilazione assistita permanente, «senza deterioramento» delle sue condizioni, anche se stamane appare «un po’ debole» e non si è svegliato.  

 

Intanto la Steadfast Onlus, associazione che da mesi si sta occupando del caso del piccolo malato britannico offrendo assistenza medica e diplomatica in collaborazione con altre associazioni e organizzazioni nazionali e internazionali, ha fatto sapere in una nota che «A seguito dell’ulteriore rifiuto della giustizia britannica di permettere ad Alfie, cittadino italiano, di trasferirsi in Italia l’équipe giuridica si è messa di nuovo al lavoro per cercare di cambiare la giurisdizione di competenza del caso trasferendola a quella italiana». «La famiglia – si legge – ha accettato la proposta dell’equipe giuridica internazionale ed è stato presentato ricorso al giudice Italiano. Se subentrassero problemi di giurisdizione sarà la Corte di Giustizia Europea ad esprimersi in merito». 

VaticanInsider

 

 

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