L’11 aprile, Giovedì santo del 1963, Papa Roncalli pubblicava la sua ottava Enciclica intitolata «Pacem in terris» aperta alle aspirazioni del mondo contemporaneo decifrate dal Pontefice attraverso i " segni dei tempi». Sarebbe stata l’ultima di Giovanni XXIII, già allora gravemente malato.
In molti la considerano una sorta di testamento spirituale lasciato alla Chiesa e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà a cui, per la prima volta una Enciclica si rivolgeva, credenti e non credenti, «perché la Chiesa deve guardare ad un mondo senza confini, tanto meno diviso da muri o cortine, e non appartiene né all’Occidente né all’Oriente».
Incentrata sul tema della non belligeranza e dell’edificazione di percorsi di pace – anelito profondo degli esseri umani – l’Enciclica vede la luce in un periodo di tensioni e guerra fredda. Il Papa parla ad un mondo diviso tra i due blocchi e in guerra in Vietnam, in Africa, in America latina, con la minaccia incombente del riarmo nucleare. Il messaggio è forte:»la pace rimane solo suono di parole, se non è fondata su quell’ordine che il presente documento ha tracciato con fiduciosa speranza: ordine fondato sulla verità, costruito secondo giustizia, vivificato e integrato dalla carità e posto in atto nella libertà».
Quattro i punti cardine per orientare l’umanità sul cammino della pace: la centralità della persona, inviolabile nei suoi diritti, ma titolare anche di doveri; il bene comune da perseguire e realizzare ovunque; il fondamento morale della comunità politica; la forza della ragione e il faro illuminante della fede fino ai «Richiami pastorali»conclusivi, impronta personale di san Giovanni XXIII, con i riferimenti alla partecipazione attiva alla vita pubblica e all’attuazione del bene comune.
Gabriella Ceraso – VaticanNews
Chiesa cattolica svizzera
https://www.catt.ch/newsi/pacem-in-terris-55-anni-fa-lenciclica-di-giovanni-xxiii-sulla-pace/