Il Papa telefona ai familiari di Marielle Franco, l’attivista assassinata in Brasile

Un gesto di vicinanza in mezzo al dolore quello di Papa Francesco che ha telefonato alla famiglia di Marielle Franco, l’attivista brasiliana il cui violento assassinio sta commuovendo l’intera America Latina. Il Pontefice ha chiamato Marinette, la madre della consigliera del Partito Socialismo e Libertà (PSOL), nota per la sua strenua difesa dei diritti umani dei diritti umani che recentemente indagava sugli interventi militari nelle favelas di Rio de Janeiro. Bergoglio ha avuto parole di affetto per la donna, uccisa una settimana fa a colpi di pistola nel centro di Rio mentre viaggiava in macchina dopo aver preso parte ad un dibattito sulle donne di colore.

 

La telefonata è avvenuta ieri 20 marzo come ha raccontato la figlia di Marielle, Luyara Santos, 19 anni, ad alcune persone dopo una messa dedicata alla madre. La ragazza aveva inviato lunedì 19 marzo una lettera a Bergoglio: un testo breve ma emozionante, in cui affermava che sua madre era una persona molto credente, che le parlava sempre del Vangelo e insisteva sul fatto che l’aspetto più importante della vita è l’amore. Francesco voleva rispondere a voce alla giovane, ma ha parlato invece con la nonna.

 

La chiamata è stata confermata da Andressa Caldas, direttrice del dipartimento di relazioni istituzionali dell’Istituto di Politiche pubbliche in Diritti umani del Mercosur, sulla bacheca del suo profilo Facebook dove ha scritto: «Oggi Papa Francesco ha chiamato alla famiglia di Marielle. Grazie a Flexa Correa Lopes, Lucas Schaerer e Gustavo Vera per aver realizzato questo ponte. È emozionante vedere muoversi questa rete di amore e solidarietà. Marielle ha fatto questo. Continuerà a farlo. Politica con affetto». Il post si concludeva con l’hashtag #MarielleVive.

 

Caldas ha così accreditato il legame con il Pontefice stabilito da Gustavo Vera, dal 2001 alla guida della fondazione argentina «La Alameda», attivista contro il traffico di esseri umani ben conosciuto da Papa Francesco. Dopo aver preso parte ad alcune manifestazioni della comunità afro-americana e brasiliana nel centro di Buenos Aires, per protestare contro l’omicidio della Franco, Vera è entrato in contatto con le organizzazioni per i diritti umani del paese. E così ha fatto da ponte per far giungere la lettera di Luyara Santos a Casa Santa Marta. Francesco ha risposto poche ore dopo.

 

Marielle Franco è stata un simbolo dell’attivismo sociale e femminista in Brasile. Di origine africana, è stata uccisa mentre tornava a casa insieme al suo autista, mentre si è salvata quasi per miracolo la sua assistente. Poco meno di due settimane fa, era stata nominata responsabile di una commissione incaricata di indagare e supervisionare l’intervento militare ordinato dal governo di Michel Temer nello stato di Rio de Janeiro. «La nostra posizione di critica contro le operazioni della polizia nelle favelas non cambia», ha detto commosso alla stampa Tarcisio Motta, anch’egli consigliere a Rio del PSOL, «L’esercito nelle strade non è la soluzione al problema della violenza e, tantomeno, la strada per risolvere la questione dell’omicidio di Marielle».

 

Secondo i media brasiliani, dalle indagini sarebbe emerso che le munizioni utilizzate per uccidere la donna provenissero da un lotto comprato dalla Polizia Federale nel 2006, già usate per il massacro di Osasco y Barueri, sobborgo di San Paolo, durante il quale sono morte 17 persone e per cui sono stati condannati tre ufficiali della polizia militare. I compagni di partito di Marielle Franco puntano all’ipotesi di un crimine politico, mentre il governo di Temer ha affermato, in una nota, che approfondirà il caso.

VaticanInsider – ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZ

Chiesa cattolica svizzera

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