I Cappuccini: la prima volta di un Papa a Pietrelcina, lo attendiamo con gioia

Il 17 marzo Papa Francesco va a venerare «il mistero di Dio nel corpo dell’unico sacerdote crocifisso nella storia della Chiesa», cioè l’unico sacerdote, per quel che si sa,  ad aver avuto le stimmate perché San Francesco era un diacono. Lo ha ricordato stamani Fr. Antonio Belpiede, Procuratore Generale dell’Ordine dei Cappuccini, che ha incontrato i giornalisti in vista della visita pastorale del Papa a San Giovanni Rotondo e a Pietrelcina, località quest’ultima dove un Papa va per la prima volta. Precisamente – spiega il frate cappuccino – il Papa va a Piana Romana, frazione del comune di Pietrelcina, dove c’era la casa nativa di Francesco Forgione e il luogo dove ricevette le prime stimmate, quelle non permanenti, nel 1910.  Il Centenario delle stimmate permanenti, apparse nel 1918, e il 50.mo della morte di Padre Pio sono infatti il filo conduttore di questa visita pastorale di 7 ore, breve ma ricca di incontri con i fedeli, i Cappuccini e i malati, in particolare con i bambini malati di tumore: Papa Francesco parte alle ore 7.00 dal Vaticano e vi farà ritorno alle 14.00.

Padre Pio e Papa Francesco nel segno della Misericordia

Non risulta che Papa Francesco abbia avuto incontri personali con Padre Pio, dice il frate, ma sicuramente a testimoniare la sua sensibilità verso questo Santo, c’è stata la Traslazione del corpo di Padre Pio a Roma, durante il Giubileo della Misericordia, assieme a quello di Leopoldo Mandić. Un evento per sottolineare l’importanza del confessore per portare misericordia in un mondo ferito. Offerta anche una panoramica sulla devozione a Padre Pio nel mondo: anche se in Italia i gruppi di preghiera di Padre Pio diminuiscono, crescono invece in America Latina, in Africa ma anche in Canada e negli Stati Uniti, coinvolgendo anche i giovani. Padre Pio è stato un uomo molto dolce, sottolinea ancora Fr. Belpiede spiegando che quei suoi gesti che sembravano «burberi» – che a volte si narrano su di lui – in realtà non lo erano e si capiscono pensando a quando fra la folla venivano toccati le sue mani e i suoi piedi che erano feriti e gli provocavano quindi molto dolore.

La prima volta di un Papa nel comune di Pietrelcina

I frati Cappuccini, che oggi nel mondo sono circa 10.500, sono molto felici di questa visita, dice ancora Fra Antonio Belpiede, che però non azzarda cifre sul numero di fedeli che potrebbero essere presenti per l’incontro con il Papa perché molti vanno a San Giovanni Rotondo in un giorno solo, facendo avanti e indietro con il pullman e quindi non ci sono prenotazioni che possano aiutare a fornire dati precisi.  Papa Francesco è il terzo Successore di Pietro a recarsi a San Giovanni Rotondo, ricorda il frate che abbiamo intervistato:

" A Pietrelcina c’è stato Gesù, e lì è accaduto tutto «

R. – San Giovanni Paolo II si è recato da Padre Pio, poi ancora Papa Benedetto XVI, e adesso anche il nostro Papa Francesco. E, per la prima volta, il Papa si reca non solo a San Giovanni Rotondo, dove si trova il corpo, ma anche a Pietrelcina, anzi a Piana Romana. Il Papa, infatti, non toccherà il paese di Pietrelcina, ma questa località – Piana Romana – un po’ più in alto, collinare. Padre Pio ha detto: «A Pietrelcina c’è stato Gesù, e lì è accaduto tutto».

Perché le prima stimmate, quelle non permanenti del 1910, Padre Pio le riceve a Piana Romana…

R. – Esattamente. C’è un vecchio olmo, di cui si conserva il tronco, sotto il quale Padre Pio ricevette queste stimmate che poi scomparvero. E con alterne vicende, sono poi apparse definitivamente il 20 settembre 1918 nel coro di San Giovanni Rotondo.

Infatti, questo è il Centenario delle stimmate permanenti…

R. –Sì, è il centenario delle stimmate – come dire – «pubbliche», ossia quelle conosciute. Le altre, poiché apparivano e scomparivano, sono passate, anche perché poi Padre Pio era più defilato: a Pietrelcina era in famiglia per motivi di malattia, quindi se ne è saputa notizia dopo. Le stimmate sono rimaste per 50 anni aperte. E questo è il grande segno che la medicina non può spiegare: come cinque ferite «lacerocontuse» – così le definiscono i medici – possano restare aperte mezzo secolo senza infettarsi, andare in cancrena né guarire. Gli esiti che conosce la medicina sono che delle ferite così aperte, sanguinanti, o guariscono con esito cicatriziale o danno cancrena e portano la persona alla morte. Invece sono state aperte 50 anni, e poi nelle ultime settimane, prima che Padre Pio morisse, piano piano è cominciato un processo di guarigione. L’ultima crosticina è caduta il giorno prima che Padre Pio morisse. Quindi è morto con le mani e i piedi come quelli di un bambino, senza nessun segno. È tutto documentato negli oltre cento volumi del processo di beatificazione e canonizzazione: ci sono fotografie, c’è tutto.

Lei ricordava la definizione di Paolo VI: Padre Pio è stato «un uomo di preghiera e di sofferenza». Francesco va a venerare il mistero di Dio nel corpo di Padre Pio?

R. – Certamente, va a venerare il mistero di Dio presente in questo Santo. Nel Centenario delle stimmate, a 50 anni dalla morte, si reca a dare omaggio a Padre Pio, cioè a ringraziare Dio per il dono di questo grande Santo.

E qual è il messaggio di Padre Pio per l’uomo di oggi che, senz’altro, rispetto al passato, è un uomo, almeno in Occidente, più secolarizzato?

R. – Glielo dico con una espressione sintetica e brevissima: ritrovare se stesso sotto l’albero della Croce. L’uomo si perde se si allontana da Gesù Cristo: sotto l’albero della Croce c’è guarigione, salvezza, gioia, speranza, amore, vita.

Debora Donnini – VaicanNews

Chiesa cattolica svizzera

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