«È sempre necessario affermare che un altro mondo è possibile»

Numerose organizzazioni internazionali di diverso tipo hanno sostenuto e incitato, già dalle sue origini, il processo altermondialista che il Forum sociale mondiale (FSM) rappresenta. Sebbene non risparmino le critiche, molte tra queste organizzazioni non rinunciano a vedere in questo spazio di discussione segnali di speranza nella ricerca di un’alternativa sistemica. «Nonostante esistano rischi di agonia, c’è anche un potenziale di risurrezione e di progressione», afferma Bernd Nilles, direttore di Sacrificio Quaresimale (SQ) da aprile 2017. Precedentemente, è stato per nove anni segretario generale della CIDSE, ovvero la rete di agenzie cattoliche per lo sviluppo, di cui fa parte SQ. Entrambe sono attivamente implicate nel processo nato a Porto Alegre, in Brasile, nel 2001. La CIDSE dispone inoltre di un rappresentante al Consiglio internazionale, istanza di facilitazione del FSM. SQ non partecipa unicamente alle delegazioni svizzere in occasione di tutte le sessioni del FSM, ma è anche stato promotore attivo delle due sessioni del Forum sociale svizzero, convocate a partire dal 2003.

D: Sacrificio Quaresimale ha partecipato al processo del FSM sin dalle origini. Quali sono stati i principali apporti di questa partecipazione?
Bernd Nilles: È sempre stata un’opportunità unica potersi riunire con delle persone che si sforzano di lottare per un altro mondo, detto solidale, come alternativa a un mondo puramente capitalista. Nel concreto, la partecipazione regolare ai FSM ci ha permesso di intensificare la nostra rete tematica a livello globale. Ha inoltre facilitato la ricerca di sinergie con le nostre organizzazioni partner. Ci ha consentito di scoprire idee innovatrici per la risoluzione di problemi conceti; di conoscere opinioni politiche divergenti; di seguire le analisi politiche di altri attori; di pianificare azioni in comune a livello globale. Il FSM ci ha anche permesso di parlare ai media – soprattutto quando il FSM aveva luogo parallelamente al Forum economico mondiale, a Davos – delle ingiustizie globali e di stabilire dei legami tra i giornalisti e le nostre organizzazioni partner.

D: Alcuni parlano di un FSM moribondo… Altri (compresi gli organizzatori di Salvador de Bahia) continuano a sottolineare l’importanza di questo spazio per la società civile internazionale. Qual è la vostra interpretazione riguardo allo stato di salute del FSM?
BN: L’agonia – e il FSM comporta una parte agonizzante – può essere considerata come una fase di vita con un potenziale per rinascere oppure come una fase di quasi morte. Sicuramente il FSM si trova in una situazione complessa: o riuscirà nel 2018 a catturare l’attenzione del mondo mediatico e di una nuova generazione, o dovrà ammettere che la relazione tra l’investimento (le risorse umane e finanziarie) e l’impatto dell’incontro in termini di azioni concrete che ne risultano non giustificherà più il suo mantenimento. Secondo me, sarebbe auspicabile che il FSM possa continuare a essere un luogo di incontro per le attrici e gli attori della società civile, permettendo loro di cercare delle sinergie nelle lotte politiche per ottenere più giustizia globale. Nelle pratiche dei forum tematici si può scorgere uno sviluppo interessante. Essi permettono di procedere a un’analisi più specifica e più chiara, di pianificare delle strategie e di avere un effetto più visibile. Lo svantaggio risiede nel fatto di sacrificare in un certo senso l’interdisciplinarità, il pensiero olistico e forse anche la critica globale del sistema. Sono convinto che debbano continuare ad esistere degli spazi dove affermiamo che «un altro mondo è possibile» e dove possiamo la forza centrale del FSM. Certamente, possiamo discutere della forma e dei metodi. Sarebbe magari importante trovare dei mezzi per rendere più visibili i dibattiti e i risultati del FSM, facilitando così il monitoraggio e la configurazione regionale e decentralizzata di questi ultimi, e poter vivere l’essenza del FSM senza la necessaria partecipazione a un evento biennale specifico.

D: Sacrificio Quaresimale partecipa al FSM 2018. Quali sono le vostre aspettative in quanto ONG?
BN: La nostra strategia stabilisce che dobbiamo «orientare le nostre attività in modo sistematico verso la trasformazione». Noi cerchiamo dunque, a Salvador de Bahia, alleate e alleati pronti a camminare al nostro fianco per trasformare le nostre realtà verso delle società più eque e più giuste. E che siano – come noi – convinti che un cambiamento a livello individuale e sociale sia necessario per garantire «el buen vivir» a tutte e tutti, generazioni future comprese.
Un aspetto particolare per noi sarà la pianificazione, con altri partner, del nostro futuro programma «alternative economiche» – un argomento che ci sembra cruciale per l’avvenire. Il FSM è sempre stato un luogo di nascita per l’innovazione, l’azione e il lavoro in rete. Vogliamo organizzare, insieme a esperti e partner del mondo intero, un dibattito sul tema «Nuovi paradigmi per un altro mondo possibile», al fine di promuovere la riflessione e l’impegno per un cambiamento sistemico.

D: Una delegazione svizzera di più di 25 persone e personalità svizzere, organizzata da E-CHANGER, parteciperà al FSM 2018. La vostra opinione su questa proposta…
BN: Siamo sempre stati molto interessati a fare parte di questa delegazione «svizzera» che riunisce persone del mondo della politica, dei media, dello Stato e della società civile. È stata (e spero che sarà) un’opportunità unica per creare legami, non solo a livello globale all’interno del FSM, ma anche a livello nazionale – per noi quindi a livello della Svizzera. Stare insieme per qualche giorno, trarre profitto da un’analisi in comune delle sfide mondiali e ricercare delle attività complementari per l’avvenire è un’opportunità rara che ci offre questo viaggio in delegazione. Al nostro rientro in Svizzera, potremo trasmettere insieme la nostra esperienza e dare suggerimenti per riflettere al di là dell’Agenda 2030.

D: Una riflessione finale?
BN: All’interno del FSM ci sono sempre due tendenze divergenti: quella che vorrebbe che il FSM parlasse con un’unica voce e prendesse pubblicamente, come tale, posizioni politiche. E quella che insiste per riconoscere e dunque rispettare la diversità esistente nella società civile e che invita di conseguenza alla sinergia e alla messa in relazione di quelle e quelli che lo desiderano. Sacrificio Quaresimale e la nostra piattaforma europea CIDSE hanno sempre preferito la seconda tendenza, poiché essa ci sembra realista. Speriamo quindi che la sessione di Salvador de Bahia riuscirà a riunire persone di buona volontà con l’intento di associarsi per lotte diverse in vista di un altro mondo possibile che sarà più giusto.

Sergio Ferrari, Collaborazione di stampa E-CHANGER con il sostegno della FEDEVACO

Chiesa cattolica svizzera

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