Il Papa con il cancelliere austriaco Kurz, 35 minuti di colloquio su disarmo e migrazioni

«Lei parla tedesco?». Sebastian Kurtz, il giovane (32 anni) cancelliere della Repubblica d’Austria, vincitore – dopo lunghe trattative politiche – delle elezioni legislative del 15 ottobre 2017, si è presentato con grande naturalezza e altrettanta riverenza (tanto da inchinarsi al momento dei saluti) a Papa Francesco che lo ha ricevuto ieri mattina nel Palazzo Apostolico vaticano. «Un poco», ha risposto Bergoglio alla domanda dell’ospite, ricordando il suo anno di studi a Francoforte sul Meno. 

È seguito, quindi, uno scambio di battute in tedesco. Per il colloquio ufficiale, durato all’incirca 35 minuti nella Sala della Biblioteca, è stato invece chiamato un interprete. Migrazioni, disarmo nucleare, pace alcuni dei temi di attualità internazionale affrontati durante l’udienza, come riferito da una nota della Sala Stampa vaticana, che – evidenziando il clima cordiale dell’udienza – ha spiegato che nel dialogo «si è fatto riferimento al contributo del Paese in seno all’Unione Europea e alla necessità della solidarietà tra i popoli». Inoltre, spiega il comunicato, «si sono rilevati i buoni rapporti bilaterali e la fruttuosa collaborazione esistente tra la Santa Sede e l’Austria, sottolineando l’importanza della tutela della vita e della famiglia e della promozione del bene comune della società, soprattutto nei confronti delle fasce più deboli della popolazione».

 

Una conferma di quanto anticipato nei giorni scorsi dalla stampa austriaca che ha dato grande rilevanza all’incontro tra il Pontefice e «l’enfant prodige" della politica internazionale. Lo stesso Kurz, leader del Partito Popolare (Övp, centrodestra), alleato per il governo con il Partito della Libertà Austriaco (Fpö, estrema destra), aveva dichiarato che in quanto «credente» è per lui «un grande onore» essere ricevuto dal Papa argentino e «poter avere un colloquio personale» con lui.

 

In realtà è il secondo incontro del capo di Governo austriaco con il Vescovo di Roma: il primo era avvenuto l’8 aprile 2015, in piazza San Pietro, durante un’udienza generale del mercoledì. Ma all’epoca, Kurz, si presentava come ministro per l’Europa, l’Integrazione e gli Affari Esteri, e dopo alcune parole scambiate in piazza con il Papa, era stato ricevuto dal suo omologo, monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati (»ministro per gli Esteri» del Vaticano), per «un colloquio di lavoro» – come lo ha definito la Santa Sede – incentrato principalmente su temi di interesse comune quali libertà di religione, tutela delle minoranze, dialogo interreligioso. Sempre in quell’occasione Kurz aveva preso parte ad una tavola rotonda, organizzata nel Forum Austriaco di Cultura, durante la quale aveva dialogato con dei giovani di diverse confessioni che vivono a Roma.

 

Il leader ha poi incontrato il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, e il «viceministro» degli Esteri, Antoine Camilleri, subito dopo l’udienza con il Pontefice. A quest’ultima erano presenti anche sei persone in qualità di membri della delegazione che ha accompagnato il cancelliere. Tra loro anche il governatore di Salisburgo Wilfried Haslauer che ha invitato Francesco nella città austriaca dove quest’anno si celebreranno i 200 anni del famoso canto natalizio conosciuto in tutto il mondo «Stille Nacht», testo scritto nel 1816 dal reverendo Joseph Mohr, nel Lungau, con la musica composta da Franz Xaver Gruber, insegnante ed organista, nella vigilia di Natale del 1818 (in italiano è noto come «Astro del Ciel», reinterpretato in musica e parole dal sacerdote bergamasco Angelo Meli). «Questa canzone è ora cantata da circa 2,4 miliardi persone in tutto il mondo. Saremmo molto contenti di una visita del Santo Padre in Austria», ha twittato Kurz dal suo account ufficiale. Sarebbe una buona occasione «per ribadire il nostro desiderio di pace», ha fatto eco Haslauer.

Salvatore Cernuzio – VaticanInsider

Chiesa cattolica svizzera

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