Chiara Lubich, da Seoul al Congo eventi in tutto il mondo a dieci anni dalla morte

A dieci anni dalla morte della fondatrice Chiara Lubich, le comunità del Movimento dei Focolari sparse nel mondo celebrano la ricorrenza, il prossimo 14 marzo, con centinaia di iniziative improntate sull’azione del carisma dell’unità come motore di cambiamento sociale.

 

Una panoramica a 360º sul volto sociale del carisma di Chiara Lubich, con duemila partecipanti dai cinque continenti, sarà data dall’evento artistico in programma al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, Roma, domani 3 marzo. Sarà presente il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, e personalità del mondo della cultura, della comunicazione, delle istituzioni. L’evento potrà essere seguito via internet con traduzione in inglese, spagnolo, portoghese, francese e italiano.

 

Per Chiara Lubich la grande attrattiva del tempo presente era «penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo». Sergio Zavoli, legato a lei da profonda conoscenza e amicizia, l’ha definita una mistica dell’unità tra cielo e terra, affermando che Chiara opera una svolta nella mistica trinitaria: «Il far abitare Dio nell’intimità della propria anima diventa il farlo vivere in mezzo agli uomini nella comunicazione – riprendo le sue parole – del Dio in me col Dio nel fratello. Il pensiero di Chiara Lubich non a caso ci interpella sul da farsi per rimettere insieme i frammenti dell’indivisibile cioè l’uomo, e ricomporre le fratture del condivisibile cioè la comunità» .

 

Il cambiamento sociale che ne deriva ha suscitato, fin dall’inizio dell’esperienza della Lubich nella sua città natale di Trento, iniziative con una forte impronta sociale. Oggi si ritrovano un po’ in tutto il mondo, incarnate con le caratteristiche proprie di ogni regione e cultura, azioni ed opere nate per contribuire a risolvere specifiche situazioni di necessità di persone, gruppi, comunità.

 

Per Maria Voce, confrontata con la domanda a cosa devano puntare oggi i Focolari a dieci anni dalla morte della fondatrice, c’è da «mantenere assolutamente l’unità con la fonte che è Chiara, quindi la fedeltà al carisma originario così come ci è stato trasmesso; il ritorno alla vita dei primi tempi per scoprirvi quella radicalità, quella totalitarietà che anche oggi ci viene richiesta, forse ancora di più. Sviluppare il Movimento perché possa essere quello strumento che Dio ha pensato per portare questa spiritualità di comunione nel mondo, per costruire l’unità della famiglia umana. Approfondire la conoscenza e la trasmissione – in termini accessibili a tutti – del grande carisma che Dio ha dato a Chiara e che non ha soltanto aspetti spirituali ma anche dottrinali, sociali, politici, aspetti che possono influire in tutti i campi».

 

Non tace Maria Voce la convinzione che oggi la visibilità dell’incidenza dei Focolari sulle realtà umane e sociali, seppure buona, «sia ancora troppo localizzata», per poi affermare: «Penso però che questa visibilità debba essere più efficace e più estesa: forse il Movimento deve diventare più noto anche a livello mondiale, perché siamo presenti in quasi tutti i paesi, ma questo forse ancora non è abbastanza espresso. Sarà una cosa che verrà con la vita: quanto più vivremo, tanto più incideremo e saremo visibili».

VtaicanInsider

Chiesa cattolica svizzera

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