Riapre il Santo Sepolcro, dopo il braccio di ferro sulle tasse

Gerusalemme (AsiaNews) – Le porte del Santo Sepolcro si sono riaperte alle 4.00 del mattino di oggi, dopo tre giorni di chiusura. La protesta dei leader cristiani si è interrotta ieri sera, dopo il passo indietro del primo ministro Israeliano Benjamin Netanyahu, che ha annunciato con una dichiarazione il congelamento dei provvedimenti criticati dalle Chiese di Gerusalemme.

Il 25 febbraio, il patriarca armeno Nourhan Manougian, il patriarca greco-ortodosso Teofilo III e il custode di Terra Santa, fra Francesco Patton avevano deciso di chiudere il santuario in segno di protesta contro una bozza di leggesull’esproprio di terreni appartenuti alle Chiese e contro la richiesta del sindaco di versare anni di tassi municipali, contravvenendo agli accordi legati allo status quo – accettati a suo tempo da Israele – che esentano le comunità religiose dalle tasse.

Nel comunicato con cui proclamano la riapertura, i leader cristiani affermano: «Ringraziamo Dio per la dichiarazione rilasciata oggi dal primo ministro Netanyahu e rivolgiamo la nostra gratitudine a tutti quelli che hanno lavorato senza tregua per mantenere la presenza cristiana a Gerusalemme e per difendere lo Status quo».

Ora, «le Chiese sono impazienti di confrontarsi con il ministro [della Cooperazione Regionale Tzachi] Hanegbi, e tutti quelli che amano Gerusalemme, per assicurarsi che la nostra Città Santa, dove la nostra presenza cristiana continua ad affrontare difficoltà, rimanga un luogo dove tutte e tre le fedi monoteistiche possano vivere e crescere insieme».

AsiaNews

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