Papa a summit Ua-Fao: chi soffre la fame non può più aspettare

Rivolgendosi ai partecipanti al summit di Addis Abeba, Francesco assicura il suo sostegno ai progressi compiuti nell’attuazione della Dichiarazione di Malabo per una crescita e una trasformazione agricola più incisiva e il miglioramento dei mezzi di sostentamento.
«Poiché si cercano i modi per sradicare la fame nel continente africano, siamo consapevoli che ›l’impegno a porre fine alla fame entro il 2025’ è condizionato, tra le altre cose, dal cambiamento climatico e dai suoi effetti sull’agricoltura, nonché dall’aumento dei conflitti che destabilizzano ampie aree del continente».  In particolare in questa tragica situazione  il Papa invoca la solidarietà internazionale perché sono in gioco milioni di vite umane.
«La situazione sempre più difficile in Africa – osserva Francesco – richiede un rinnovato sforzo ed una maggiore cooperazione, in favore di quei popoli che, per vari motivi, non riescono a soddisfare i loro bisogni umani fondamentali». Per rispettare la dignità di ogni persona umana il Pontefice invoca i principi di una giustizia equa per realizzare strategie e progetti adeguati che devono sostenere le misure adottate dall’Unione Africana in stretta cooperazione con la Fao. «Le persone che soffrono la fame non possono più aspettare – afferma il Papa – né dovrebbero accontentarsi di un’azione inadeguata».
Papa Francesco incoraggia il ritorno allo spirito della Dichiarazione di Malabo, che ha ispirato valide iniziative, per liberare i popoli africani dalla minaccia della fame attraverso l’attività agricola e la produzione alimentare in ogni Paese, e attraverso un’efficace cooperazione tra tutti i governi africani e le organizzazioni intergovernative. Questo obiettivo richiede il coinvolgimento di Stati e istituzioni internazionali di altri continenti per garantire che gli sforzi di Unione Africana e Fao, non siano trascurati da interessi particolari o visti come conseguenza indesiderata di politiche o meccanismi ingiusti che impediscono un giusto accesso ai frutti della terra.
Nella Lettera il Papa cita le sue parole pronunciate durante la sua recente visita alla Fao il 16 ottobre scorso: " È necessario un ampio e sincero dialogo a tutti i livelli perché emergano le soluzioni migliori e maturi una nuova relazione tra i diversi attori dello scenario internazionale, fatta di responsabilità reciproca, di solidarietà e di comunione.».

Roberto Piermarini – VaticanNews

Chiesa cattolica svizzera

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