Urbi et Orbi. Papa: rendiamo il mondo più umano e più degno dei bambini

Il Natale è la festa dell’Incarnazione, del Dio che, come un Padre tenero, «si fa piccolo e povero per salvarci»: accogliamo questo gesto di amore e «impegniamoci a rendere il nostro mondo più umano e più degno dei bambini di oggi e domani». E’ questo il cuore del Messaggio natalizio che, in occasione della Benedizione Urbi et Orbi Papa Francesco ha pronunciato dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro dopo gli inni vaticano e italiano suonati dalla Banda della Gendarmeria e dall’Arma dei Carabinieri.

Nel Bambino di Betlemme riconosciamo i volti dei piccoli del mondo
Ai credenti di ogni tempo Francesco chiede di essere «umili e vigilanti» come i pastori di Betlemme, di non «scandalizzarsi» di fronte al «mistero di Gesù» e alla sua «povertà», ma di «fidarsi» e contemplarne la «gloria». E poi con forza richiama l’attenzione del mondo sul significato del Natale:

Oggi, mentre sul mondo soffiano venti di guerra e un modello di sviluppo ormai superato continua a produrre degrado umano, sociale e ambientale, il Natale ci richiama al segno del Bambino, e a riconoscerlo nei volti dei bambini, specialmente di quelli per i quali, come per Gesù, ›non c’è posto nell’alloggio’ (Lc 2,7).

Pace e coesistenza in Terra Santa, prevalga il dialogo
E i primi bambini su cui Francesco si sofferma, sono quelli del Medio Oriente «che», afferma «continuano a soffrire per l’acuirsi delle tensioni tra Israeliani e Palestinesi»:

In questo giorno di festa invochiamo dal Signore la pace per Gerusalemme e per tutta la Terra Santa; preghiamo perché tra le parti prevalga la volontà di riprendere il dialogo e si possa finalmente giungere a una soluzione negoziata che consenta la pacifica coesistenza di due Stati all’interno di confini concordati tra loro e internazionalmente riconosciuti. Il Signore sostenga anche lo sforzo di quanti nella Comunità internazionale sono animati dalla buona volontà di aiutare quella martoriata terra a trovare, nonostante i gravi ostacoli, la concordia, la giustizia e la sicurezza che da lungo tempo attende.

Dignità e unità per la Siria, soccorso allo Yemen
Il Natale, prosegue il Papa, ci porti a vedere Gesù nel volto dei bambini segnati dalla guerra anche in Siria, Iraq e nello Yemen :

Possa l’amata Siria ritrovare finalmente il rispetto della dignità di ogni persona, attraverso un comune impegno a ricostruire il tessuto sociale indipendentemente dall’appartenenza etnica e religiosa. Vediamo Gesù nei bambini dell’Iraq, ancora ferito e diviso dalle ostilità che lo hanno interessato negli ultimi quindici anni, e nei bambini dello Yemen, dove è in corso un conflitto in gran parte dimenticato, con profonde implicazioni umanitarie sulla popolazione che subisce la fame e il diffondersi di malattie.

" Il nostro cuore non sia chiuso come lo furono le case di Betlemme «

Pace in Africa, nella Penisola coreana e stabilità in Venezuela
La preghiera del Papa abbraccia anche i più piccoli e sofferenti del continente africano- in Sud Sudan, in Somalia, in Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centroafricana e in Nigeria- e tutti questi bambini che sono " minacciati dal pericolo di tensioni e nuovi conflitti»:

Preghiamo che nella penisola coreana si possano superare le contrapposizioni e accrescere la fiducia reciproca nell’interesse del mondo intero. A Gesù Bambino affidiamo il Venezuela perché possa riprendere un confronto sereno tra le diverse componenti sociali a beneficio di tutto l’amato popolo venezuelano.

Pace in Ucraina e dignità ai bambini sfruttati
Il volto di Gesù è da riconoscere, prosegue Francesco, anche nei bambini che, «insieme alle loro famiglie, patiscono le violenze del conflitto in Ucraina e le sue gravi ripercussioni umanitarie»; nei piccoli «i cui genitori non hanno un lavoro e faticano a offrire ai figli un avvenire sicuro e sereno, e in quelli a cui è stata rubata l’infanzia, obbligati a lavorare fin da piccoli o arruolati come soldati da mercenari senza scrupoli».

Appello per le minoranze in Myanmar e Bangladesh
Riprendendo l’immagine di Gesù Maria e Giuseppe migranti forzati, citata nell’omelia della Messa di Natale, Francesco torna sul volto delle piccole vittime dei trafficanti di esseri umani, dei bambini migranti e soli e dei bambini da poco visitati in Asia:

Vediamo Gesù nei molti bambini costretti a lasciare i propri Paesi, a viaggiare da soli in condizioni disumane, facile preda dei trafficanti di esseri umani. Attraverso i loro occhi vediamo il dramma di tanti migranti forzati che mettono a rischio perfino la vita per affrontare viaggi estenuanti che talvolta finiscono in tragedia. Rivedo Gesù nei bambini che ho incontrato durante il mio ultimo viaggio in Myanmar e Bangladesh, e auspico che la Comunità internazionale non cessi di adoperarsi perché la dignità delle minoranze presenti nella Regione sia adeguatamente tutelata. Gesù conosce bene il dolore di non essere accolto e la fatica di non avere un luogo dove poter poggiare il capo. Il nostro cuore non sia chiuso come lo furono le case di Betlemme.

Cristo rinnovi i cuori e susciti desiderio di futuro solidale
A tutti in questa giornata, conclude il Papa, «è indicato il segno del Natale:’un bambino avvolto in fasce…’ (Lc 2,12)». Accogliamo questo segno dell’amore di Dio fatto uomo, è l’invocazione di Francesco, e «impegniamoci, con la sua grazia, a rendere il nostro mondo più umano, più degno dei bambini di oggi e di domani». Quindi,dopo aver impartito dalla Loggia la benedizione Urbi et Orbi il Pontefice ha rivolto un saluto ai fedeli in Piazza San Pietro e a quanti sono collegati attraverso i mezzi di comunicazione:

La nascita di Cristo Salvatore rinnovi i cuori, susciti il desiderio di costruire un futuro più fraterno e solidale, porti a tutti gioia e speranza. Buon Natale!

Gabriella Ceraso – Vaticannews

Chiesa cattolica svizzera

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