Più iene delle iene

Lo scandalo degli abusi sessuali sta sconvolgendo la diocesi Como, dove un cardinale, due vescovi e vari preti sono coinvolti in un presunto caso di insabbiamento, raccontato dalla nota trasmissione «le iene». La stampa locale rilancia e tra fedeli e presbiterio lo smarrimento è palpabile. Basta leggere le prese di posizione in rete, persino nei bollettini parrocchiali. Immaginiamo se succedesse da noi: saremmo tutti profondamente scossi, al pensiero delle vittime e per come tutto sarebbe stato gestito. Anche perché i fatti più gravi, dicono, sarebbero avvenuti dentro le mura del Vaticano, sotto il naso dei due ultimi papi.

Ci sono testimonianze, alcune note, altre – sembra – nuove. A Como assicurano che a suo tempo furono fatte tutte le verifiche e non risultò nulla. Oggi, dicono, alla luce delle nuove testimonianze, si riaprirà l’inchiesta.

Ma quello che le neanche e Iene riescono a pensare è altro ancora. Gli esperti del ramo sanno che in questi casi le indagini vanno svolte da una squadra multidisciplinare di esperti che sappiano interpretare i fatti. Le norme obbligatorie elaborate ad esempio in Svizzera prevedono questo. Perché invece le norme elaborate in Italia affidano l’inchiesta ai vescovi? Con che competenza? Con che garanzie?

Se anche le denunce delle Iene fossero smentite, resta l’amarezza di una Chiesa italiana e di un ambiente vaticano in affanno, reticenti, dove tutto si gestisce «in casa». La tutela delle vittime è in ritardo, e non è argomenti di discussione. Le procedure sono insufficienti. E così si passa da uno scoop giornalistico all’altro. Che amarezza!

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/blogsi/piu-iene-delle-iene/