«Benvenuto in carcere, Papa Francesco»: film che racconta la speranza

Un viaggio nella disperazione che si respira tra le mura del carcere di Maco, la prigione di Ouagadougou, in Burkina Faso. Un viaggio che prende una direzione diversa non appena si parla di Papa Francesco e della sua attenzione verso chi è in prigione, culminata nel «Giubileo dei carcerati», il 6 novembre 2016, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia. «Benvenuto in carcere, Papa Francesco»: è il documentario realizzato dal regista polacco Janusz Mrozowski e presentato ieri pomeriggio in Filmoteca Vaticana.

Un’esperienza importante per il regista. «Quando sono entrato in questa prigione mi hanno colpito le condizioni in cui vivono i prigionieri africani. Il Burkina Faso mi ha aperto le sue carceri in un modo incredibile, che non si può immaginare in molti Paesi. Quello che salva in queste condizioni inumane è proprio l’umanità, le relazioni tra le guardie e i prigionieri e anche le relazioni tra i prigionieri tra di loro perché c’è molta fraternità«.

Secondo Janusz Mrozowski, è un film che è stato possibile grazie a Papa Francesco. «Quello che ho visto è che la Parola del Papa che ho portato in questa prigione ha pesato, è stata una cosa importantissima per questi detenuti. Ho portato la speranza, ho portato l’amore umano del Papa, ho portato Dio in questa prigione. In questo film ci sono tre miracoli. Il primo è che il film esiste, che mi ha fatto tornare a Dio e che ciascuno degli spettatori, per un’ora e mezza, sarà Papa Francesco».

Tra i miracoli – segnala ancora il regista –  la preghiera dei musulmani pregare per il Papa. Il film sarà poi proiettato nel carcere romano di Rebibbia, proprio il 6 novembre prossimo, in ricordo del Giubileo della Misericordia.

Benedetta Capelli – VaticanInsider

Chiesa cattolica svizzera

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