Alla Triennale di Milano la mostra «I Papi ed il cinema»

I Papi e il cinema: come interlocutori, spettatori, soggetti e protagonisti di un dialogo che ha sempre acceso interesse, curiosità e sorprese. Raccontati in una mostra fotografica Papi in soggettiva. I pontefici, il cinema, l’immaginario, che si inaugura, alla presenza di mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, nel pomeriggio di oggi alla Triennale di Milano, patrocinata dalla stessa Segreteria, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, dalla Diocesi di Milano, dal Centro sperimentale di cinematografia, dalla Triennale e realizzata con il contributo di Regione Lombardia.

Ascolta e scarica l’intervista integrale di Luca Pellegrini a Gianluca della Maggiore della Scuola Normale Superiore di Pisa, direttore scientifico della Mostra

Nel suo intervento, all’inaugurazione della Mostra, mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione ha ripercorso in tre tappe il rapporto tra pontefici e cinema spiegando come quest’ultimo sia stato interpretato nell’ambito del più ampio quadro di riferimento della comunicazione.

I pontefici secondo mons. Viganò, hanno subito guardato al cinema come a uno «strumento capace di allargare gli orizzonti» sia quelli «d’azione della Chiesa, in modi e forme nuove», sia quelli intimi delle coscienze umane che il cinema va a colpire e a scuotere.

Dunque sin dai tempi della sua prima crescita il cinema è stato inteso, come «dono», ma anche come " responsabilità» nei confronti di un «uso improprio». Mons. Viganò parla a tal proposito di una «doppia pedagogia» che di fatto «avrebbe accompagnato fino al XXI secolo il rapporto tra la Chiesa e il cinema».

Successivamente in un crescendo che va da Pio XII a Giovanni Paolo II, passando per i discorsi e le scelte di Papa Roncalli e Papa Montini, mons Viganò spiega come il «cammino di valorizzazione e stima da parte della Chiesa abbia compiuto notevoli passi in avanti «arrivando con la Redemptoris Missio del 1990 all’idea che occorresse integrare «il messaggio cristiano nella ›nuova cultura’ creata dalla comunicazione moderna e che «dovesse crescere l’impegno per lo sviluppo di una più diffusa cultura cinematografica».

Cinema dunque come «strumento in grado di affrontare e veicolare temi di grande significato e valore dal punto di vista etico e morale» capace , come possibilità, secondo le parole di Benedetto XVI ,di «suscitare sogni e speranze, di parlare al cuore dell’umanità».

In conclusione il Prefetto della Segreteria per la Comunicazione sottolinea che la «strada percorrere per ricostruire il ponte del dialogo tra la Chiesa e il mondo delle arti compresa la settima arte è ancora lunga, ma i segnali positivi non mancano da entrambe le parti». Basti pensare a quante volte Papa Francesco manifesta il suo amore per il cinema  e verso un certo cinema : La Strada di Fellini o I Bambini ci guardano di De Sica che il pontefice ha definito una vera «catechesi di umanità». «Colto e compreso in questo senso», conclude mons. Viganò, «il cinema si presta ad essere uno straordinario  veicolo di prossimità», quella che «cura , conforta, guarisce, accompagna e fa festa».

Luca Pellegrini – News.va

 

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