Allegria e speranza: Francesco ai giovani della Colombia

Il mio post in treno di oggi è una riflessione sulle prime due parole di Francesco in Colombia: l’invito ai giovani a non perdere «allegria e speranza». Allegria e speranza sono una coppia di sentimenti decisivi per l’esistenza. C’è infatti una «convenienza» a non perderli che è fondamentale per vivere con serenità il reale. Ma come non perderli? La ricerca della bellezza è la strada. Imparare ad alzare lo sguardo. Pensate a Pawel Florenskij che nel lager nell’isola sovietica a nord del mondo dove era detenuto, contemplava la meraviglia del rinfrangersi del sole sulla neve. Lo faceva lui, in quelle condizioni «disperate». E noi? Io penso che la chiave della felicità tante volte stia proprio fuori di noi, nell’altro, nella bellezza che ci chiama fuori, alla vita, ci «desta» ad un altro mondo possibile, magari non lontano ma accanto a noi. La bellezza si declina in tanti modi: la natura, la musica, il gioco, lo sport, un libro, la compagnia degli amici. L’uomo, se è fatto per Dio che è bellezza, non può che essere fatto per la Bellezza, per l’allegria dei tamburi e delle danze che Francesco ha incontrato al suo arrivo a Bogotá e che forse gli hanno suggerito queste parole. Ma vale per tutti. Nella bellezza/e, riflesso di Dio e della sua Gloria (la Gloria è biblicamente la «presenza» di Dio nel suo popolo), in questa bellezza/e lo si incontra e da questa bellezza si riparte per la vita quotidiana.

Chiesa cattolica svizzera

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