Ulteriori tagli del Consiglio federale alla cooperazione internazionale

Nel budget 2018 e nel piano finanziario 2019 – 2021, il Consiglio federale punta su una crescita economica ed introiti eccedentari. Ciò nonostante conta di tagliare di nuovo drasticamente nella cooperazione internazionale, soprattutto nelle spese dello sviluppo – rispetto all’ultimo piano finanziario si tratta di 190 milioni all’anno. Il motivo invocato sono le spese supplementari generate dal Progetto fiscale 17, la nuova edizione della riforma dell’imposizione delle imprese, fallita.

Già nel programma di stabilizzazioni 2017 – 2019, la cooperazione internazionale ha subito più del 25% dei tagli. Nell’esercizio di risparmi presentato adesso, è toccata di nuovo in modo più che proporzionale. Benché rappresenti solo il 4% del budget federale, le incombono il 20% dei tagli. In altri settori, il Consiglio federale prevede perfino un aumento delle spese (del 2.8% per le spese militari).

La cooperazione economica della Segreteria di Stato dell’economia (Seco) è particolarmente toccata. Nel 2018 sarà amputata del 12.3% rispetto all’anno scorso (meno 28 milioni). E non dovrebbe ritrovare il livello attuale prima del 2021. Nella cooperazione allo sviluppo a lungo termine nei paesi più poveri, la cosiddetta «cooperazione Sud», nel 2018 saranno tagliati ancora 40 milioni – nonostante questo settore abbia già subito tagli drastici negli ultimi anni. Di aumento delle spese, come annunciato originalmente, non se ne parla più.

Alliance Sud è convinta che la Svizzera non si possa permettere di tagliare nella cooperazione internazionale date le guerre, la povertà estrema, le siccità, le inondazioni e le epidemie. E soprattutto non dovrebbe risparmiare nella cooperazione allo sviluppo. Grazie ai suoi progetti a lungo termine, essa contribuisce maggiormente alla prevenzione delle crisi e a un mondo stabile, duraturo e pacifico. Ciò nonostante il piano finanziario 2018 – 2021 prevede che neanche nel 2021 le spese per la cooperazione internazionale arrivino di nuovo al livello del 2015.

E’ chiaro che la decisione del Parlamento di aumentare le spese pubbliche della cooperazione allo sviluppo allo 0.5% del reddito nazionale lordo entro il 2015 è stata applicata in modo più che minimalista. Da un canto – come nel settore dell’asilo – si contabilizzano generosamente prestazioni che non c’entrano con la cooperazione allo sviluppo; dall’altro, dopo aver raggiunto l’anno fissato, le spese sono state tagliate di nuovo.

Vedremo se nel dibattito parlamentare lo squilibrio della distribuzione del fardello dei risparmi sarà corretto o addirittura incrementato. Nella sua composizione attuale, il Parlamento non accetterà probabilmente tagli nell’agricoltura.

Comunicato stampa Alliance Sud – Eva Schmassmann

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/storia-infinita-tagli-del-consiglio-federale-alla-cooperazione-internazionale/