Barcellona piange le vittime del terrorismo, ieri in migliaia nella Sagrada Familia

Rabbia e commozione si sono intrecciate oggi nella cattedrale della Sagrada Familia di Barcellona durante l’affollata «Messa per la pace» celebrata in memoria delle vittime falciate dalla folle corsa del camion sulle Rambla di giovedì scorso e nell’attacco della stessa sera a Cambrils (Tarragona).

 

Circa 1800 persone – tra cui il re Felipe VI e la regina Letizia, il premier spagnolo Mariano Rajoy, il presidente della Generalitat, Carles Puigdemonte, e il sindaco di Barcellona, Ada Colau – si sono riunite in preghiera nel capolavoro neogotico e incompiuto di Gaudì, indicato nelle ultime ore come il vero obiettivo del commando terrorista che voleva farla saltare in aria prima di spostarsi nel cuore della città catalana e sconvolgerla con la stessa macabra metodologia usata negli attentati di Nizza e Berlino di un van lanciato a tutta velocità sulla folla.

 

A presiedere la celebrazione l’arcivescovo Juan José Omella, cardinale nell’ultimo Concistoro di giugno, che ha rivelato di aver ricevuto ieri sulla segreteria telefonica del suo cellulare un messaggio di Papa Francesco, il quale ha voluto nuovamente esprimere la propria solidarietà ai circa 130 feriti e alle famiglie dei morti nell’attacco. L’ultimo, il piccolo australiano Julian di soli 7 anni. «Sono vicino a lei, volevo accompagnarvi in maniera speciale in questa messa, ed essere molto vicino a voi tutti in questo momento doloroso. Prego per voi, pregate per me», ha detto Bergoglio secondo quanto riportato da Omella.

 

Proprio prendendo spunto dalle parole del Pontefice, l’arcivescovo durante la sua omelia ha condannato come «peccato gravissimo» quello di attaccare «la vita degli altri, di persone innocenti e di bambini». Tuttavia ha domandato ai presenti di non cedere a sentimenti di odio e vendetta ma di farsi «artigiani di pace». Perché la pace «è la migliore amica della nostra vita» e per ottenerla «non dobbiamo risparmiare alcuno sforzo». «L’unione ci rende forti», mentre «la divisione ci corrode e ci distrugge», ha detto il cardinale.

 

Che guardando alla nutrita folla, tra cui spiccavano rappresentanti di altre confessioni religiose, specie musulmani, ha affermato: «Questo è un bellissimo mosaico. Tutti uniti con l’obiettivo comune della pace, del rispetto, della fraternità e dell’amore solidale». L’omelia del porporato si è fatta quindi preghiera: per i feriti, perché Dio conceda loro una pronta guarigione; per i familiari delle vittime, perché ottengano la consolazione; per il mondo, perché «possa vivere nella pace e nella concordia».

 

Prima di Omella – informa la Cope, radio della Conferenza episcopale spagnola – ha preso la parola l’arcivescovo ausiliare di Barcellona, Sebastià Taltavull, che ha auspicato che tutto il dolore vissuto in quest’ultima settimana in Catalogna possa dare il passo ad «un nuovo stile di convivenza che rispetti i diritti umani e la dignità, superando ogni indifferenza ed esclusione». La messa si è conclusa con un applauso prolungato e il canto del »Virolai», inno mariano dedicato alla Vergine di Montserrat.

 

Dopo la grande veglia di venerdì 18 agosto, che ha visto migliaia di persone riunite al grido di: «Non abbiamo paura!», a Barcellona si terrà un’altra manifestazione pubblica, questa volta contro ogni forma di terrorismo. Lo hanno annunciato il sindaco di Ada Colau e il presidente della Generalitat Carles Puigdemont, spiegando che l’evento si svolgerà il 26 agosto, alle 18, nei Jardinets de Gràcia e passerà a Paseo de Gràcia fino a raggiungere Plaza Catalunya.

Salvatore Cernuzio – VaticanInsider

Chiesa cattolica svizzera

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