Papa: ascoltare il grido dei cristiani in Medio Oriente

«Nessuno di noi deve rimanere cieco davanti alle sofferenze» dei nostri fratelli e sorelle cristiani in Medio Oriente che «per guerre fratricide e fanatismi religiosi, sono costretti ad abbandonare le loro case o sono forzati a lasciare le loro terre». Così Papa Francesco, nel messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, in occasione dell’annuale raduno, arrivato alla sua 135.ma edizione, dei Cavalieri di Colombo. Titolo della Convention (St.Louis, 1-3 agosto) «Sicuri dell’Amore e del Potere di Dio».

Il Papa esprime la propria gratitudine ai Cavalieri per il loro supporto a questi perseguitati, invitando a pregare «per coloro che sono nella necessità; per la conversione dei cuori; per la fine della spirale di violenza, odio e ingiustizie in quell’area del mondo».

Oltre ad inviare il suo saluto e la sua benedizione, Francesco identifica proprio nell’esperienza dell’amore e della potenza di Dio e nella tradizione della storia dell’Ordine, il vero carisma dei Cavalieri, «unione fraterna e caritatevole di laici, lavoratori, mariti e padri».

Citando poi il famoso versetto della Lettera ai Romani di San Paolo (8,31) «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?», il messaggio ritorna all’invito di «combattere la crescita di una cultura globale dell’indifferenza che scarta i fratelli e le sorelle più deboli» e alla speranza che, attraverso il reale convincimento dell’infinita forza di Dio «i Cavalieri possano generosamente rispondere a questa sfida» rinforzando «la propria vocazione laica per lottare a favore della santificazione del mondo, svolgendo le quotidiane responsabilità con spirito evangelico e rivelando Cristo con la testimonianza della propria vita». «In questo modo – prosegue il messaggio – aiuteranno a creare solide fondamenta per una società rinnovata», «cambiare i cuori e costruire la pace».

Ammirato dall’incessante sforzo dei Cavalieri di Colombo di difendere la famiglia, promuovendo la santità del matrimonio, la bellezza e dignità della vita familiare, e facendo il riferimento alla sua Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, eco delle preoccupazioni emerse dal Sinodo, Francesco dichiara ancora una volta quello stretto legame «tra la santità della vita familiare e quella della società intera». «E’ nella famiglia – si legge nel messaggio – che impariamo a concepire il mondo come la nostra casa, nella quale siamo chiamati a vivere insieme, ad imparare la prossimità, il rispetto, il prendersi cura dell’altro e a considerare i doni ricevuti da Dio, come un bene da offrire per il bene di tutti».

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