Duecento milioni di donne nel mondo subiscono mutilazioni genitali

Almeno 200 milioni di donne nel mondo sono vittime della pratica delle mutilazioni genitali. È quanto emerge oggi nella giornata mondiale indetta dall’Onu per combattere una piaga culturale ancora radicata in almeno trenta paesi, per la maggior parte africani. Come conseguenza dei flussi migratori degli ultimi decenni, tale fenomeno è divenuto una triste realtà anche in Europa, dove si contano almeno 550.000 vittime.

In Italia, paese di approdo dei migranti provenienti dal Mediterraneo, ci sono almeno 50.000 donne straniere maggiorenni che hanno subito tali mutilazioni. E soltanto tra le donne immigrate che hanno ottenuto la cittadinanza italiana, ce ne sono almeno 14.000 che denunciano le stesse violenze. Sono le donne somale ad essere più colpite (83,5 per cento), seguite da quelle che provengono dalla Nigeria (79,4), dal Burkina Faso (71,6), dall’Egitto (60,6), dall’Eritrea (52,1 per cento). Ma nel mondo sta crescendo anche il numero di donne che si ribellano a questa disumana pratica. Sono sempre di più le africane che portano avanti nel continente dure battaglie per sradicare una mentalità che porta atroci sofferenze nel fisico e nello spirito.

Chiesa cattolica svizzera

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