Un giovane in seminario

di Carlo Vassalli

Quando un giovane entra in seminario, una delle prime domande che i conoscenti pongono è che cosa fa. Per alcuni potrebbe essere scontato. In passato si diceva «va a studiare da prete». E lo studiare «da prete» non lo possiamo limitare solamente al chinarsi sui libri. È il dibattito che abbiamo anche nelle scuole quando parliamo di istruzione e di educazione: la prima caratterizzata dallo studio intellettuale e personale, la seconda da una vita di comunità e di crescita, verifica, vocazione. Infatti, la vita in seminario é un continuo camminare. Non sempre è facile, non sempre felice e non sempre scontata. Anzi,…tutt’altro! Se un giovane sceglie questo sentiero (e penso che sia comune anche agli altri cammini vocazionali), il proprio camminare dovrà essere vissuto in continuazione come una vocazione, una chiamata. E se abbiamo una chiamata -possiamo facilmente immaginare due persone che si parlano a distanza- faremo attenzione a quello che Qualcuno ci sta dicendo e cercheremo di avvicinarci sempre di più per capirlo meglio. È un cammino composto da tanti atteggiamenti, da tanti sentire e scelte che mettono ogni giorno tra gioia e fatica, una fatica che ti prepara comunque ai problemi del mondo, una fatica che ti fa crescere e ti fa capire se il sentiero intrapreso verso quella Persona che ti sta chiamando da lontano. E tu, senti la Voce di chi ti chiama? Che sentiero hai intrapreso?

 

Chiesa cattolica svizzera

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