Anche l’ autorità nasce dall’amore

Eccomi alla seconda puntata del percorso «Primi passi» (vedi blog precedente). Il tema centrale questa volta è l’ autorità che etimologicamente deriva dal verbo latino «augeo», che significa aumentare, promuovere, far crescere.

Potere e prestigio

Per mettere in pratica l’autorità in famiglia è necessario il potere – la «potestas» romana – cioè la capacità di comandare, di proibire, di decidere; e il prestigio – l’ «auctoritas» romana – che promuove l’accettazione e l’identificazione naturale dei figli nei confronti dei genitori e, per conseguenza, il rispetto e il consenso reciproco.

Autoritarismo

Ci si deve preoccupare seriamente quando, per ignoranza o per ingenuità, si confonde l’autorità con le sue deviazioni: l’autoritarismo (o il suo opposto: il permissivismo). L’autoritarismo fa leva su una costrizione morale con affermazioni del tipo «perché sono tuo padre!» o con minacce di punizioni. In questo caso i genitori si appagano di adempimenti per lo più formali, quali, ad esempio, il rientro dell’adolescente ad una determinata ora, senza preoccuparsi di chi frequenti, se abbia amici veri, di quale uso faccia del suo tempo (e quindi della sua vita). Manca del tutto la consapevolezza che l’obbedienza è un atto di libertà e diventa una qualità umana (virtù) soltanto quando gli atti in questione possono essere compiuti in un clima di fiducia, che è frutto di un rapporto di confidenza tra genitori e figli.

5 fasi

Prima di tutto bisogna trovare il tempo per riflettere su quali cose è necessario essere esigenti e su quali no; su quali si deve procedere con fermezza e su quali aspetti si può essere flessibili. In secondo luogo, bisogna avere la capacità di informarsi bene perché i figli hanno bisogno di ricevere informazioni ma anche di darle. Queste sono le premesse per dare delle buone direttive, cioè per decidere efficacemente. E’ necessario verificare che il messaggio venga percepito in modo corretto. Comunicare in modo chiaro ed efficace è quindi fondamentale. Le sanzioni – positive o negative, ossia, premi o castighi – sono normali in ogni relazione umana di tipo educativo al fine di far compiere ciò che è stato pensato e deciso dai genitori.

Fiducia reciproca

Ci vuole un pizzico di buon umore! Questo atteggiamento permette di mettere sulle spalle del coniuge e dei figli le rispettive responsabilità senza che queste diventino un fardello troppo pesante. Alla base vi è l’ottimismo e la fiducia reciproca tra marito e moglie, tra genitori e figli. Solo uno sguardo d’amore è capace di ricominciare ogni giorno l’avventura famigliare gareggiando nello stimarsi a vicenda come ci ricorda San Paolo. Ma questo è un dono del Padre da chiedere incessantemente nella preghiera.

Appassionante essere genitori! Alla prossima puntata…

Chiesa cattolica svizzera

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