AMBIENTE In tutta Europa la preghiera delle Chiese per il Creato, fragile e misterioso

1 settembre 2016: i cristiani di tutte le chiese presenti in Europa si uniranno insieme in preghiera per il Creato. Un vero e proprio movimento di azione sui governi e di preghiera a favore dell’ambiente. Perché il tempo è scaduto e lo stato di salute del pianeta terra è fortemente compromesso. Occorre agire subito e farlo con coerenza. E’ quanto invitano a fare il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee), la Conferenza delle Chiese Europee (Kek) e la Rete Cristiana Europea per l’Ambiente (Ecen) in una dichiarazione comune diffusa con il  titolo «Tempo per la Creazione – Preghiamo insieme per apprezzare e avere cura del dono della creazione». La Dichiarazione è firmata da P. Heikki Huttunen, segretario generale della Kek, da monsignor Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee e dal Rev. Peter Pavlovic, segretario dell’Ecen.

Non è passato neanche un anno dalla Cop 21, da quando cioè a Parigi 195 capi di Stato e di governo di tutto il mondo hanno raggiunto e siglato un Accordo al termine della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Leader mondiali ed esperti si erano dati appuntamento con lo scopo dichiarato di raggiungere un accordo universale e vincolante sul clima, per limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C. Le analisi sull’attuale stato di salute del pianeta non danno più alcun margine di ritardo: se non si agisce subito si mette a rischio il futuro prossimo dell’umanità.

«Ci troviamo ad affrontare sfide urgenti – scrivono oggi i responsabili dei tre organismi europei – in termini di degrado ambientale e cambiamento climatico e, incoraggiati dalle parole della lettera enciclica di Papa Francesco Laudato si’, a riconoscere la nostra responsabilità condivisa». 

Da qui l’invito a tutti i cristiani europei, alle Chiese membri della Kek (ortodosse, protestanti e anglicane), alle conferenze episcopali europee, ad «ogni persona di buona volontà» ad aderire alla Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato.

Anche il papa all’Angelus di domenica 28 agosto prima di salutare i pellegrini, ha ricordato che il 1° settembre verrà celebrata la Giornata, «insieme con i fratelli ortodossi e di altre Comunità ecclesiali». «Sarà – ha aggiunto – un’occasione per rafforzare il comune impegno a salvaguardare la vita, rispettando l’ambiente e la natura». Fu il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Dimitrios I a proclamare per primo una Giornata di preghiera per l’ambiente nel 1989. Nel 2007, le Chiese riunite per la Terza Assemblea ecumenica di Sibiu decisero di dedicare alla salvaguardia del Creato  un intero periodo dell’anno, dal 1 settembre al 4 ottobre, giorno dedicato alla memoria di San Francesco, il santo del Cantico delle Creature. Lo scorso anno papa Francesco ha dedicato al tema dell’ambiente un’enciclica che ha fortemente influenzato il dibattito mondiale con la proposta di una «ecologia integrale» capace di comprendere anche le dimensioni umane e sociali.

Le Chiese europee ne fanno riferimento nella loro dichiarazione: «Secondo il Vangelo – scrivono -, la responsabilità nei confronti dell’ambiente non può mai essere separata dalla responsabilità verso gli altri esseri umani: verso il nostro prossimo, verso i poveri, o i dimenticati, il tutto in un vero spirito di solidarietà e di amore.Rispettare la creazione non significa soltanto proteggere e salvaguardare la terra, l’acqua e le altre componenti del mondo naturale. Consiste anche nell’esprimere rispetto per gli esseri umani che condividono quei doni e ne portano la responsabilità».

La giornata si celebra qui in Italia in un momento particolare della storia del nostro paese duramente colpito da un terremoto che ha seminato morte e distruzione. Sono tragedie – commenta a caldo monsignor Duarte da Cunha – che rivelano tutta la «fragilità del creato» ed evidenziano «la responsabilità umana di fronte a ciò che le stato donato. E’ questa consapevolezza che ci porta a chiedere politiche e azioni etiche che siano in rispetto della natura.

Perché l’uomo non è padrone della natura ma un suo servo ed un suo amministratore. C’è sempre nella natura qualcosa di misterioso ma quello che spetta all’uomo è il rispetto. Il rispetto delle cose e delle persone».

«Se noi riconosciamo la nostra umiltà davanti al creato, non dobbiamo avere la pretesa di dominare, controllare, manipolare ma il rispetto di mettersi davanti a questo Mistero e la missione di servire. C’è una fragilità insita nel pianeta. L’uomo non è onnipotente.

Non possiamo pensare che non ci saranno altri disastri o che altri disastri verranno solo dalla mano dell’uomo. Quello che però possiamo fare e possiamo chiedere al Signore è che tutti i disastri che ci sono nella natura possano avere una risposta anche di solidarietà e di sostegno, per accogliere e abbracciare chi ne è stato colpito e trovare soluzioni per ricostruire un futuro».

(AgenSIR)

Chiesa cattolica svizzera

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